lunedì 22 luglio 2013

Presenza Luglio-Agosto 2013 Cose di Taurisano


Parla Luigi Guidano
“L’azione amministrativa non va. Quella del candidato-sindaco non è stata l’unica nota stonata”

Carissimo Direttore, tra il serio e il faceto, quando mi hai contatto per chiedermi la disponibilità alla presente intervista, hai esordito con la formula di rito dei poliziotti americani al momento dell'arresto di un presunto malvivente, ricordandomi il diritto di tacere per evitare che quanto affermato potesse ritorcermisi contro.
Benché avvertito, aderisco volentieri alla richiesta.
Scherzi a parte, chi riveste una pubblica funzione non può avere remore a parlarne, per rendere conto del proprio operato e  dello stato di salute dell'amministrazione nella quale opera.
Si sentono malumori e scricchiolii nella maggioranza consiliare o più specificamente nel PD. Si parla di una tua uscita dal Consiglio e di qualche assessore dalla Giunta. Che c'è di vero?
Avendo governato Taurisano per dieci anni consecutivi, a capo di maggioranze di centrosinistra molto più composite e politicamente connotate della presente,  posso tranquillamente sostenere che è fisiologico il verificarsi di fibrillazioni e scricchiolii, soprattutto quando i problemi da affrontare sono complessi e possibili di soluzioni diverse   o quando si tenta di imporre posizioni di parte che mal si conciliano con gli interessi della comunità. E' sempre accaduto e continuerà ad accadere. Sta alla responsabilità ed alla capacità del timoniere richiamare l'equipaggio all'ordine ed al rispetto del programma convenuto, non solo nei contenuti ma anche, se non soprattutto, nei metodi.
Della maggioranza che governa Taurisano, si diceva che avesse i giorni contati già all'indomani delle elezioni amministrative del giugno 2011. Sono trascorsi oltre due anni e la maggioranza è al suo posto, senza che i consiglieri che ne fanno parte abbiano mai determinato situazioni problematiche in Consiglio comunale.
“Malumori e scricchiolii” ve ne sono stati e ve ne sono perché l'azione amministrativa non va come dovrebbe andare, neanche su questioni di interesse generale per le quali in Consiglio comunale sono state votate delibere all'unanimità.
Ci si muove come una macchina alla quale l'autista ha dimenticato di togliere il freno di stazionamento. Anzi, tanta è la paura di viaggiare che, nel dubbio, si preferisce restar fermi. E' la condizione della non politica, poiché l'ordinaria amministrazione è altra cosa.
Quanto  al gruppo consiliare del Partito Democratico, che, per le variazioni sopraggiunte rispetto all'iniziale composizione, è attualmente costituito da dieci consiglieri, compresi gli assessori, pari al 59% dell'intero Consiglio comunale ed all'83%  del gruppo di maggioranza, compreso il Sindaco e l'assessore Calogero, posso garantire che la disciplina di gruppo ha sostanzialmente retto.  Se invece ci si riferisce al Partito, è indubbio che la contentezza non è di casa, pur nella consapevolezza che in casa è la responsabilità.
Si ha l'impressione  - lo dico da osservatore -  che nella giunta Di Seclì manchino collegialità e cifra politica e che perciò essa sia politicamente irresponsabile. Dall'esterno è un'impressione e dall'interno?
Premetto che non conosco le dinamiche dei lavori in Giunta pur conoscendone, per diretta esperienza, i meccanismi di funzionamento. A sentire gli assessori, specialmente l'unico tra loro che ha avuto precedente esperienza, qualcosa non funziona e soprattutto  non si comprende la cifra politica dell'operato dell'esecutivo rispetto all'incidenza dell'apparato. Inizialmente si è pensato alla mancanza di esperienza; dopo due anni la giustificazione non regge. 
La collegialità formale, almeno per l'adozione delle deliberazioni, è garantita; non so quanto lo sia nella adozione delle scelte. Ma questa non è e non può essere  una scusante per nessuno.  Evidentemente la tua impressione è fondata, solo che la “irresponsabilità” non è quella che l'articolo 90 della Costituzione riserva al Presidente della Repubblica, ma una pratica non certamente benefica per la nostra Città.
E' altresì evidente che in un esecutivo di sei elementi, quattro dei quali appartenenti al Partito Democratico, la responsabilità maggiore ricade sul PD e sui suoi rappresentanti.
Non credo tuttavia che il giudizio sull'Amministrazione debba limitarsi alla sola valutazione dell'operato dell'esecutivo; i parametri di riferimento sono molto più ampi ed abbracciano ambiti non sempre riconducibili all'attività del Consiglio e della Giunta.
Non ti sembra anomalo e comunque esagerato che una volta eletto Di Seclì abbia rivendicato la sua autonomia da chi lo aveva candidato?
Dopo dieci anni di impegno politico amministrativo avevo maturato la decisione di non candidarmi e comunque non ho direttamente seguito la vicenda che ha portato alla individuazione del candidato sindaco alle elezioni del giugno 2011.
Avrei preferito una candidatura politicamente connotata, interna al Partito Democratico, e meno avanti negli anni. In tal senso ho anche  cercato di lavorare, purtroppo senza successo.
Quando venne prospettata la possibilità della candidatura Di Seclì, quanti l'avevano caldeggiata, parlarono di una persona vicina alle posizioni del Partito democratico, addirittura disposta alla formale adesione. Così non è stato e non ritengo che la responsabilità possa essere attribuita al Sindaco, anche perché sono convinto  che sarebbe cambiato poco o nulla.
Ma nella formazione della lista, quella del candidato sindaco non è stata  l'unica nota stonata, come i fatti hanno successivamente dimostrato.
Il Partito Democratico, dopo l'esito elettorale ed al momento della formazione dell'esecutivo, ha dovuto prendere atto di quanto accaduto, imponendo al Sindaco la sola  condizione che la delega di Vice Sindaco fosse appannaggio di un proprio rappresentante, posto che la scelta da parte del Capo dell'Amministrazione, in nome delle prerogative che la legge gli riserva, andava in tutt'altra  direzione.
Per non dire della richiesta di un assessore esterno, naturalmente a scapito del Partito Democratico, da attribuire all'area politica di centro destra esclusa dalla competizione elettorale.
Fosse stato per il Sindaco,  il Partito Democratico avrebbe visto fortemente ridimensionata la sua presenza politica nella maggioranza e nella Giunta, riducendosi a semplice supporto di una coalizione nella quale contava ben otto consiglieri su dodici, Sindaco compreso.
Fondatissima, quindi, l'anomalia o l'esagerazione da te rilevata, comunque tollerata dal Partito democratico, anche dopo la sottolineatura da parte dell'Assessore Calogero della sua sensibilità politica di centro destra, pur non facendone ufficialmente parte.
In altri contesti chissà cosa si sarebbe detto e cosa sarebbe accaduto.
Il Partito democratico ed il suo gruppo consiliare, nella consapevolezza che la responsabilità della situazione fosse loro riconducibile, non hanno creato problemi, pur in presenza di mugugni e malumori.
La tua messa da parte, al netto di ogni considerazione personale, è stata recepita come una condanna dell'esperienza politico-amministrativa precedente. Può essere che non sia così, ma così è stata intesa.
Nei dieci anni in cui ho avuto l'onore e l'onere di guidare l'Amministrazione cittadina non ho assolutamente pensato a costruire consenso e carriera personale. La preoccupazione principale è stata quella di governare il paese e risolvere problemi che da decenni attendevano di essere portati a soluzione.
La verità è nei fatti e il giudizio non può prescindere dal riscontro dei programmi e da ciò che è sotto gli occhi di tutti.
Tra l'altro, senza voler parlare del mio operato, il consenso accordatomi nelle due consecutive legislature testimonia dei risultati raggiunti, non solo dal punto di vista amministrativo e delle opere pubbliche realizzate e che si stanno tutt'ora realizzando, quanto, soprattutto, dal punto di vista politico, avendo consentito a Taurisano il superamento della condizione di isolamento nella quale l'avevo trovata e la conquista di una dignità, ai vari livelli istituzionali, da molti, ancora oggi, riconosciutaci e rimpianta.
Non avevo e non nutro pretese di alcun genere e mai ho sollecitato incarichi di alcun tipo.
Quanto al risultato elettorale ultimo, è la conseguenza di una serie di concause, alcune generali, altre tipicamente locali, delle quali non è questa la sede per parlarne.
Se qualcuno temeva che lavorassi per la caduta dell'Amministrazione, informandosi se fossi ricandidabile dopo breve periodo, deve prendere atto che ho fatto esattamente il contrario, tenendo a freno i malumori e gli scricchiolii più seri.
Quanto alla mia uscita dal Consiglio comunale, se e quando si concretizzerà, sarà determinata da valutazioni politiche, comunque presentate al partito e rese di pubblico dominio, con riferimento alla situazione nella quale versa il Paese e muovendo dalla convinzione che non sempre l'interesse di una parte o di un partito può essere anteposto all'interesse della comunità.
Non ho altra pretesa, né faccio proseliti, anche perché, fuori Guidano, subentrerà un candidato che ha riportato appena un voto di preferenza in meno.
L'Assemblea Generale del Pd di martedì, 9 luglio, ha dato la plastica rappresentazione di una base del partito piuttosto “assente”. Che provvedimenti intende prendere il partito per recuperare la sua fiducia?
Nel marasma della condizione dei partiti nazionali, il Partito Democratico, che pure vive una condizione “migliore” dal punto di vista politico, nonostante i misfatti del recente periodo, si accinge a celebrare il suo congresso nazionale, preceduto dai congressi locali. Le prospettive non sono delle migliori e le contraddizioni sono tante. Mi auguro che il Partito sappia e possa finalmente darsi una sua identità, che non sia la sommatoria di storie e personaggi tra loro divergenti.
Ho sempre fidato, a differenza di tanti profeti che hanno poi abbandonato il campo, nella bontà del progetto e ne sono ancora convinto, sottolineando in diverse occasioni, proprio perché consapevole delle criticità, che alla vecchia guardia competeva la responsabilità di sostenere il progetto e lavorare per l'avvento di una nuova classe dirigente del partito e della nazione costituita da giovani che avessero la mente sgombra dai condizionamenti delle antiche appartenenze e delle vecchie logiche correntizie.
Il Partito Democratico, dal mio punto di vista, sarebbe dovuto nascere e può nascere allo stesso modo in cui su un vecchio tronco, tagliate le antiche fronde, si fa crescere una nuova vegetazione, libera dalle patologie della vecchia e capace di dare frutti sani a abbondanti.
Non si tratta di rottamare, ma di innovare, nell'interesse del partito e soprattutto della Nazione.
E' quanto auspico possa accadere anche in Taurisano, certo che, in tal modo, la fiducia verrà di conseguenza.
A cura di Gigi Montonato

Nel Pdl si contano, ma forse…inutilmente

Lina Normanno, levatrice presso l’Ospedale di Casarano, è la nuova coordinatrice del Pdl di Taurisano; suo vice un giovane, Emilio Orlando. Ha prevalso su Maria Angela Treglia, avvocatessa, che si presentava al congresso in ticket con Mario D’Ambrosio, entrambi storici rappresentanti della destra taurisanese, fin dal Msi.
A considerare la provenienza dei vari candidati, verrebbe di dire che il congresso ha sancito la diversificazione tra le due anime del Pdl, quella di Forza Italia e quella di An. Ma non è così, perché nelle due liste in competizione ci sono soggetti di provenienza trasversale.  
Il  congresso, che si è svolto domenica 16 giugno nell’Aula Consiliare del Comune alla presenza delle massime autorità locali del partito, Presidente Gabellone in testa, ha dato questi risultati. Su 150 votanti (tesserati), la lista capeggiata dalla Normanno ha ottenuto 82 voti (54,6 %), l’altra capeggiata dalla Treglia ne ha ottenuti 68 (45,3 %). Dunque uno scarto modesto, segno che i due schieramenti più o meno si equivalgono; uno scarto, però, che si traduce nel direttivo in un 7 a 4, sproporzionato. E’ la legge di ogni votazione che voglia dare a chi vince anche l’opportunità di gestire le situazioni. 
Il confronto ha prevalso sulla linea unitaria, il che lascia presagire non proprio seguiti tranquilli. Al di là – ovvio – delle dichiarazioni ufficiali. Il Direttivo vede in maggioranza, con Lina Normanno ed Emilio Orlando, Maria Rita Ponzetta, Eliana Nuzzo, Antonio Cappilli, Fernando Manco, Antonio Luigi Manco; per la minoranza: Maria Angela Treglia, Mario D’Ambrosio, Luca Piccinno, Riccardo Rizzello.
In tutti c’è la volontà di andare oltre la disgraziata esperienza di due anni fa, quando la lista non fu ammessa alle Amministrative del 2011, per vizi di forma – si disse – dovuti non ad imperizia ma ad una mai chiarita volontà di farsi reciprocamente male.
E’ prematuro trarre indicazioni politiche da quanto è avvenuto. Il Direttivo è profondamente rinnovato, ci sono quattro donne, di cui una è coordinatrice. Non ci sono i veri leader del partito, i quali hanno deciso di non candidarsi, per favorire il rinnovamento. Ma senza i suoi conosciuti intermediari il partito rischia di perdere i contatti con la base. C’è inoltre un’ultima considerazione da fare. Quanta parte dei quadri del centrodestra è rimasta fuori da questo congresso, ma pronta all’impegno elettorale in caso di elezioni? Sono questioni importanti per capire la consistenza di questo nuovo gruppo dirigente, per sapere chi rappresenta e come intende operare per coagulare tutte le espressioni del centrodestra, vecchio e nuovo. Né si può trascurare il fatto che a livello nazionale stanno maturando scenari regressivi di riproposizione di Forza Italia e di una nuova destra ancora da titolare. Essa non sarebbe altro che il tentativo di recuperare i vecchi militanti del Msi e di An. Per tutti la pausa estiva incombe a cercare refrigerio al corpo e alla mente.

Le piazze, le chiusure, i parcheggi, le strade
Ora si sta davvero esagerando

Piazza Castello, il salotto di Taurisano, è stata incatenata, chiusa al traffico, come già avevamo annunciato nello scorso numero di “Presenza”, rischiando, per dire la verità, la notizia, perché una speranzella di ravvedimento era legittimo conservarla. Niente, non c’è stato niente da fare: chiusa. Piazza Castello è una “chiusura”, in dialetto chisura. Il termine risale al medioevo, quando chi si sentiva proprietario di un fondo lo chiudeva per impedire l’accesso agli estranei, recintandolo con muretti a secco. Fu l’inizio di una vera rivoluzione agricola, come sa l’inclito e il colto.
La chiusura di un fondo è ancora prevista dall’art. 841 del Codice Civile: “Il proprietario può chiudere in qualunque tempo il fondo”. Ma una piazza, la si può chiudere?
Il proprietario di Piazza Castello è il popolo di Taurisano; e in ogni caso ci sono decine di famiglie che hanno il diritto di passaggio per raggiungere le proprie abitazioni. Ma tant’è, è stata chiusa. Verrebbe di dire: ed ora ripiantiamo le vigne! Non so quanto tempo possa durare una simile stravagante iniziativa, forse neppure legale, comunque dannosa per il paese e pericolosa per la restrizione degli spazi di transito degli autoveicoli in un punto cruciale del traffico. 
Non si scervelli il cittadino a chiedersi perché l’Amministrazione ha deciso di chiudere Piazza Castello. E’ una guerra antica tra chi le cose le ama vedere e chi ha il bisogno di usarle. I primi non escono di casa, non sanno che significhi piazza, hanno in odio i luoghi urbani e chi li frequenta, qualcuno è stordito dalle piazze e dalle strade deserte dei film del Commissario Montalbano, altri non sanno il rapporto che c’è tra i luoghi urbani, la viabilità, la possibilità di fermarsi, di sostare e le attività politiche, economiche e sociali. In genere questi signori agorafobi appartengono al ceto impiegatizio e sono poco sensibili alla vita pubblica. C’è inoltre da considerare che i progetti da realizzare con fondi europei – come la riqualificazione del centro storico di Taurisano – sono pensati per realtà che niente hanno a che fare con la nostra. Figuriamoci, in un paese dove non lasciano in piedi un lampione o un sedile, ti rubano la bicicletta appena la lasci per entrare nel bar o nell’edicola, se lasceranno le biciclette previste a disposizione di chi ne ha provvisorio bisogno.  
Oltre a Piazza Castello è stata sottratta all’utenza pubblica piena l’area retrostante al Palazzo Ducale, con la conseguenza che le decine e decine di auto che trovavano lì il parcheggio ora sono parcheggiate ai due lati delle vie adiacenti, con grande difficoltà di transito e di fermata per gli esercizi commerciali della zona. Anche per quest’area vale il criterio del “bello a vedersi” contro “l’utile ad usarsi”.
L’indifferenza dell’Amministrazione verso questi problemi è incredibile. I signori residenti in Piazza Castello, Piazza Palazzo Vecchio e vie interne al centro storico si ribellarono alla chiusura, chiedendo a gran voce come avrebbero potuto raggiungere le loro abitazioni in auto. Ci fu chi si vestì d’autorità e fece allontanare i dimostranti dal cantiere; qualcun altro con umorismo, degno di miglior causa, disse che avrebbero potuto raggiungere le loro case “con l’elicottero”.
Tanto accanimento da parte dell’Amministrazione è limitato al centro storico. Il resto del paese non esiste. Ci sono strade impercorribili se non a rischio di investire o di essere investiti. Corso Vanini, nei pressi dell’Ufficio Postale e della Banca Apulia è inagibile ventiquattr’ore su ventiquattro – ma la Banca Apulia non doveva avere i suoi parcheggi? –; Corso Umberto I nel tratto Viale Eroi d’Italia – Piazza Fontana;  Via Leonardo da Vinci nei pressi dell’incrocio con via Nizza; via Verdi all’altezza dell’incrocio con Via Cadorna e di Viale Eroi d’Italia; Viale Rimembranze per tutta la sua lunghezza. Sono le vie che costituiscono la cintura del centro urbano. 
C’è un problema di spazi, è innegabile, che non è solo di Taurisano. Ma è specifico di Taurisano requisire i pochi spazi che ci sono per un verso e lasciando che ognuno si arrangi come può per un altro. Qualche mese fa, quando Piazza Castello era recintata per i lavori di ripavimentazione, si mise la sosta ad orario nel tratto di Corso Umberto tra Via Roma  e Via Giovanni Lopez. Conseguenza: i tratti viari e le vie adiacenti furono intasati di auto a lunga, lunghissima sosta, paralizzando le attività commerciali, professionali e di servizi ubicate su queste vie. Anche il servizio di vigilanza sull’orario delle auto in sosta è aleatorio: giorni sì e giorni no, sì di pomeriggio, no di mattina e viceversa. Spesso è una sorta di ritorsione per punire i cittadini che legittimamente si ribellano. E’ successo nei giorni successivi alla dimostrazione contro la chiusura di Piazza Castello. E’ pur vero che ormai i vigili urbani rimasti, dopo i pensionamenti, non sono sufficienti al servizio; ma proprio per questo si dovrebbe affrontare il problema in maniera più comprensiva e soprattutto politica.
Forse l’Amministrazione dovrebbe trovare l’opportunità di riflettere sulle condizioni di vivibilità del paese. La questione di Piazza Castello è sì di competenza dei Lavori Pubblici, ma anche delle Attività Produttive e della Cultura. Perché il problema non è stato affrontato insieme? La situazione delle piazze, del traffico e dei parcheggi è sicuramente la più esposta sotto gli occhi di tutti; ma ci sono altri settori che non se la passano meglio. Mancano i soldi – è vero – ma manca ancor più la volontà di un’Amministrazione che ha la fortuna o forse la sfortuna di gestire il paese senza opposizione.    

Assemblea Generale Pd
Martedì, 9 luglio con l’On. Ludovico Vico

Si è svolta martedì sera, 9 luglio, l’Assemblea Generale cittadina del Pd sotto la presidenza del segretario Claudio Leuzzi, ospite l’On. Ludovico Vico, Commissario provinciale del partito. All’ordine del giorno i temi politici del momento e l’adesione l’anno in corso.   

Quando un modello funziona…
Esperienza di inclusione sociale a Taurisano
Incontro pubblico dell’Assessore Servizi alla Persona Luana Calogero


Organizzato dall’Assessore ai Servizi Sociali Luana Calogero, si è svolto giovedì, 11 luglio in “Casa Vanini” l’incontro pubblico sul tema “Quando un modello funziona…esperienza di inclusione sociale a Taurisano”. Vi hanno partecipato, con l’Assessore Calogero, il Sindaco Lucio Di Seclì, Filomena D’Antini (Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Lecce), Aurelio Rausa (Responsabile Sert di Casarano), Giuseppe Memmi (Psicologo).