domenica 10 marzo 2013

Conversazione con Claudio Leuzzi


Da "Presenza Taurisanese", Anno XXXI, N. 3 - Marzo 2013

Il Pd chiede la verifica di maggioranza
Risultati elettorali, caso Calogero e congressi di partito

D. Tra pochi mesi l’attuale maggioranza raggiunge due anni di vita. Ci sono stati momenti di frizione fin dall’insediamento, per via che il Sindaco Di Seclì non volle sottostare alle logiche di partito. Legge alla mano, disse: gli assessori li scelgo io. E così fece.

R. Il Pd è abbastanza soddisfatto dell’azione fin qui portata avanti dai propri tre assessori. Peraltro lo spazio riservato loro da “Presenza” gli ha dato la possibilità di sottolineare gli obiettivi raggiunti che, mi auguro, siano stati apprezzati anche dai cittadini. Certo potevano, come tutto l’esecutivo, fare di più, anche perché è ormai da tempo superata quella fase iniziale del loro mandato in cui l’inesperienza veniva assunta come scusante per giustificare ritardi e scarso coordinamento.

D. Se siete così soddisfatti, perché allora avete fatto richiesta di verifica della maggioranza?

R. Il partito ha chiesto la verifica della maggioranza, che – preciso – ha una valenza esclusivamente politica, perché riteniamo che l’attuale quadro amministrativo in generale e dell’esecutivo in particolare non sia più quello con cui siamo partiti. Mi riferisco naturalmente alla possibilità che i tre consiglieri che nel 2011 hanno dato vita al gruppo misto – Calogero, Maruccia e Pizzi – adesso siano molto meno “indipendenti” di allora e, quindi, possano essere pronti ad entrare in un partito. Peraltro è ormai certa l’ufficializzazione dell’appartenenza – magari anche senza un’adesione formale – dell’assessore Calogero a un tipo di coalizione che certo non si può definire di centro sinistra, la qualcosa porterà certamente a novità sotto il profilo politico.

D. Ma la sua posizione non vi era chiara sin dal momento della candidatura?

R. In quel momento Luana Calogero ha rivendicato la sua autonomia dichiarandosi indipendente, come peraltro molti fanno in fase di formazione delle liste. Dopo qualche mese, poi, ci si augura che si accasino con un partito. Non dimentichiamo, poi, che la Calogero è stata tesserata nel 2009
nel PD e che nel 2012 ha anche sottoscritto il manifesto “Italia bene comune” nelle primarie del Centro Sinistra. Erano molteplici, a mio avviso, gli elementi che potessero farla considerare all’interno del quadro politico con il quale la nostra lista si è presentata alle elezioni del 2011. Alla fine non è andata così e ci aspettiamo che sia lei, per prima, ad assumere atti consequenziali.

D. Come spieghi il calo del Pd a Taurisano alle Elezioni del 24-25 febbraio?
 .
R. Diciamo che la poca chiarezza su quello che è il centro sinistra a Taurisano possa avere anche inciso. Purtroppo il risultato di Taurisano è in linea con quello provinciale e regionale. Sono tanti i motivi che hanno determinato questo risultato. Tra questi, probabilmente, anche il fatto di
non avere marcato al meglio l’appartenenza politica di diversi componenti dell’amministrazione. Questo ci porterà a dover chiedere ad ognuno di specificare meglio, passatemi il gergo, “con chi corri”.  Ed è un segno di responsabilità politica che dobbiamo anche agli altri partiti di sinistra
presenti in Consiglio Comunale nei banchi dell’opposizione, con i quali abbiamo condiviso molti momenti in questi ultimi tempi, dalle primarie in poi. Per quanto riguarda, poi più nello specifico la vita interna del Partito Democratico, fra pochissime settimane si aprirà la stagione dei
congressi che porterà ad ogni livello territoriale all’elezione dei nuovi quadri dirigenti. Mi auguro che il cambiamento arrivi massiccio e, pertanto, invito i giovani ad aderire perché da segretario politico del Circolo di Taurisano posso tranquillamente garantire – come raramente si sente dire in queste circostanze - avanti c’è posto!

D. Il “con chi corri” riguarda anche il Sindaco?

R. Come hai rilevato nella prima domanda, il sindaco ha sempre rivendicato una forma di autonomia dalle regole con cui i partiti sono storicamente abituati a ragionare. Benché abbia sottoscritto anche lui il patto “Italia bene comune” e, pertanto, abbia formalmente accettato il centro sinistra, non credo aderirà mai ad un partito specifico. Complessivamente penso che continui a guardare ai partiti come ad una gabbia con la quale si cerchi di irretirlo, anziché ad una risorsa che lo protegge e con la quale dare slancio, in maniera molto più coesa di come è successo finora, all’attività amministrativa.

A cura di Gigi Montonato

Politica a Taurisano. La lezione del voto del 24-25 febbraio


Da "Presenza Taurisanese", anno XXXI - N. 3 - Marzo 2013
  
La candidatura di tre taurisanesi alle elezioni del 24-25 febbraio – Antonio Scarlino con la Scelta Civica di Monti, Ada Alibrando con il Mir di Samorì e Salvatore Rocca con Rivoluzione Civile di Ingroia – tutti e tre alla Camera, costituisce un osservatorio particolare per un’analisi in chiave politica locale nella prospettiva delle future prove elettorali amministrative.
Diciamo subito che in altri tempi i tre candidati avrebbero fatto incetta di voti. Così non è stato nella circostanza. La somma dei voti presi dai tre candidati arriva a 1.712 (26,95 %). Quelli che ha preso Grillo da solo sono 1.433 (22,55 %). Uno scarto di appena 279 voti. Il paese si è spaesanizzato? Così sembrerebbe. In parte così è stato.
Il risultato ci pone di fronte a due dilemmi. Il primo: i tre candidati locali non hanno saputo condurre la campagna elettorale sul territorio o l’elettorato locale ha resistito alle sirene della solidarietà paesana? Il secondo: i voti presi dai partiti tradizionali, Pdl e Pd, sono stati il frutto del lavoro svolto dai dirigenti locali o la resistenza spontanea dell’elettorato di appartenenza? Evidentemente valgono entrambe le ipotesi sia nel primo che nel secondo dilemma. Si tratta comunque di dati che vanno contestualizzati e comparati.
Il Pd ha ottenuto 935 voti alla Camera a fronte dei 2.166 del 2008, perdendo 18,05 punti in percentuale. Il Pdl con 1.568 voti alla Camera, a fronte dei 3.250 del 2008, è calato del 24,5 %.  Questi dati, in buona sostanza, sono in linea con il trend nazionale dei due partiti, che li vede in calo. Ma, mentre il Pd ha una struttura operativa locale di tutto rispetto (sezione, direttivo, gruppo consiliare), il Pdl è privo di qualsiasi organizzazione e tutto è affidato ai singoli rappresentanti. Solo negli ultimi giorni della campagna elettorale sono stati aperti due comitati elettorali del Pdl in due distinti punti del paese, uno in Piazza Castello e l’altro in Piazza Fontana.
Il dato del Pd autorizza a pensare che il calo sia dovuto ad una campagna pro candidato locale Scarlino, non intensissima ma significativa; mentre il calo del Pdl è più fisiologico rapportato al calo nazionale, ma non alla tenuta regionale e qua e là nella provincia, dove il partito ha retto bene alla sfida elettorale.
Lo sforzo fatto dal Pd pro Scarlino – alcuni settori locali del Pd hanno manifestamente fatto propaganda per lui – tendeva a premiare il suo coraggio nel cogliere un’opportunità importante. Se l’esito della lista Monti fosse stato diverso, come in qualche modo si sperava, per Scarlino sarebbe potuta arrivare l’elezione. Insomma, era nelle cose. Questo non è accaduto perché la lista di Monti ha rischiato addirittura di non superare la soglia di sbarramento. Per gli altri due candidati si trattava di un impegno in prospettiva. Escluso che potessero essere eletti.      
Il fenomeno Grillo è sbattuto sulle candidature locali come una palla di bowling travolgendo i birilli. Ad un primo confronto con comuni della stessa dimensione di Taurisano il voto a Grillo ha più o meno la stessa consistenza: 1.761 (27,55 %) a Ugento, 1.425 (29,32 %) a Ruffano, 1.703 (25,66 %) a Taviano. Dunque, l’elettorato si è sintonizzato di più sul dibattito nazionale che non sulle esigenze elettorali locali. Ma è anche vero che i tre candidati locali non hanno saputo o non hanno potuto arrivare all’attenzione degli elettori. I loro partiti erano per la prima volta sulla scena elettorale ed erano privi di strutture e di mezzi di propaganda appropriati.
Quali indicazioni trarre dai risultati elettorali in funzione locale? Le due novità – Antonio Scarlino e Ada Alibrando – erano con due liste debuttanti, che potrebbero pure aver concluso la loro esperienza politica nazionale. L’una e l’altra, infatti, sono uscite per l’occasione delle elezioni anticipate. Non così per i due candidati, i quali invece sembrano voler continuare l’esperienza politica. Antonio Scarlino, imprenditore, commentando i risultati della Lista Monti, ha fatto capire che la sua esperienza politica non è finita. «Per quanto mi riguarda – ha detto al “Quotidiano” del 26 febbraio – questo è il punto di partenza di un progetto  di lungo periodo». Ada Alibrando, avvocatessa giovane e brillante, nella circostanza della presentazione della sua candidatura a Taurisano, disse che la sua avventura politica sarebbe continuata anche dopo. Dunque due soggetti politici nuovi potrebbero impegnarsi di qui a non molto con le prossime scadenze amministrative. Per Taurisano è un segnale positivo. L’altro candidato, Salvatore Rocca, è già sulla scena da diversi anni, benché anche la lista nella quale si è candidato, “Rivoluzione Civile” di Ingroia, fosse al debutto e forse alla fine.
Impossibile fare confronti con le elezioni precedenti, sia con le Politiche del 2008, sia con le Amministrative del 2011. Il quadro politico è decisamente sconvolto. E quanto è accaduto con queste votazioni ha tutta l’aria di non essere qualcosa di passeggero.
Certo, i punti di continuità non mancano. Il Pd è al governo cittadino con esponenti giovani e motivati, i quali vorranno sicuramente continuare l’esperienza senza “grilli” per la testa. Il Pdl o centrodestra che dir si voglia presenta uno scenario piuttosto liquido, che però non è impossibile  raccogliere in un contenitore, magari una lista civica di nuova formazione. Ma qui i “grilli” per la testa potrebbero averli, considerato che il partito non riesce a darsi una struttura solida e quadri dirigenti qualificati e responsabili. Le sinistre potrebbero trovare unità d’intenti e di organizzazione. Ma anch’esse potrebbero avere “grilli” per la testa, non fosse altro che per una sorta di naturale spontanea empatia verso forme politiche tra il protestatario e l’anarcoide. Sarebbe auspicabile che trovassero però unità d’intenti e di organizzazione. Sarebbe anche un contributo di chiarezza.
L’elemento di novità potrebbe essere proprio la tentazione “Grillo”. L’opportunità di cavalcare questo fenomeno troverà sicuramente qualcuno in paese, certo di poter raccogliere il frutto di stagione, a creare di sana pianta il Movimento 5 Stelle. Sempre che anche questo fenomeno non si sgonfi di qui a non molto, in omaggio al detto che quanto più forte piove tanto più prima scampa.   

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