venerdì 14 marzo 2014

Presenza Taurisanese – Marzo 2014

Parla Luana Calogero “Colpevole di coerenza!”
“Consiglieri mai propositivi, mai attivi, mai presenti nella gestione amministrativa del paese compatti non su una questione di pubblico interesse ma sulla mia lapidazione”

Gentile Direttore, se ipotizzassi di scrivere un libro per raccontare l’esperienza politica che mi ha vista protagonista negli ultimi due anni e mezzo e quindi nell’ultima tornata elettorale che abbiamo avuto a Taurisano, probabilmente sceglierei di intitolarlo  “Colpevole di Coerenza”.
Non a caso le dico questo,  ma credo anzi che questo titolo racchiuda bene in due sole parole l’amara verità di una storia che sinceramente mi ha segnata profondamente, nel senso che questi due anni e mezzo per me hanno rappresentato un periodo molto intenso di novità, impegno, passione...ma anche di incertezze, disagi,  delusioni....tutte cose che sicuramente alla fine hanno  non di poco arricchito il mio bagaglio personale e culturale e quindi mi hanno in qualche maniera fatta crescere,  permettendomi così di percepire davanti ai miei occhi una realtà un tantino diversa da come me l’ero immaginata. Quindi, chiedo scusa per la premessa forse un po’ confusionaria, (ma che probabilmente rispecchia  appieno il mio attuale stato d’animo) e magari cercherò di spiegarle meglio con un racconto dei fatti, lasciando da parte le emozioni; fatti ed emozioni che purtroppo però costantemente ripercorro con la mente e che ripetutamente mi confermano questa mia forte perplessità e delusione.
Se mi permette dunque faccio una brevissima rispolverata di quanto accaduto a partire dal marzo  del  2011.
Ad un certo punto della mia vita, arrivata all’età di 35 anni, con un ambizioso progetto familiare già avviato, una situazione economica abbastanza serena, un lavoro indipendente che mi permetteva di potermi gestire autonomamente, l’energia e l’entusiasmo tipici della mia età...., decisi di prendere in considerazione l’idea di dedicare un po’ del mio tempo e della mia vita al mio paese,  nella sola prospettiva di poter dire domani a me stessa che, da madre convinta, ho provato a modo mio a contribuire responsabilmente a creare un futuro migliore per i giovani cittadini di domani. Quindi, da persona più vicina agli ideali di centrodestra,  perché più propensa al conservatorismo e meno al progressismo spropositato, mi avvicinai timidamente agli ambienti  del centrodestra taurisanese.  Conobbi quindi delle persone disponibili e ben accette ad una mia candidatura, ed iniziai a frequentare le loro assemblee, dando per scontato di poter contribuire nella creazione di un programma elettorale che potesse rispecchiare anche i miei ideali e i miei buoni propositi e, pensando di poter soprattutto dare la mia opinione sia riguardo alla figura di un candidato sindaco, sia riguardo  agli obiettivi dello stesso programma. In realtà,  però, capii  ben presto che quello non poteva essere il posto per me o quantomeno mi accorsi che la mia parola contava molto poco e quindi decisi di ritirare la mia candidatura anche perché nulla di ufficiale mi teneva legata a quella squadra. Quasi contestualmente, mi venne proposto di aderire invece ad una lista che presentava un candidato sindaco a mio avviso di grande valore e stima ed un programma elettorale di tutto rispetto per la mia Taurisano. Allettata quindi dall’estrema validità delle due uniche variabili che potevano e dovevano condizionare una mia scelta, accettai subito di aderire a quella lista civica che prendeva il nome di “Uniti per Taurisano”, dove insieme al Pd, c’erano componenti Indipendenti, Udc, Socialisti e IdV (per non parlare delle trattative, in corso fino all’ultimo minuto utile, anche con alcuni dei partiti minori di destra!!!), e dove era bellissimo respirare a pieni  polmoni quella preziosa aria di democrazia e di apertura mentale, dove diverse forze politiche e civili, erano unite da un solo importantissimo obbiettivo comune: <il bene del paese>, e dove il massimo  comun dominatore era rappresentato da <Lucio Di Seclì>.
Ricordo anche che l’allora Segretario <dr. Claudio Leuzzi>, da buon democratico,  propose addirittura di trovare una sede più adeguata per le riunioni , affinché  nessuno potesse sentirsi ospite a casa di un partito che non fosse il proprio. Magari questo può sembrarle un piccolo dettaglio, ma le assicuro che per me  rappresentò quel valore aggiunto e quella certezza di profondo rispetto che altrove non ero riuscita purtroppo a percepire....ci aggiunga poi la mia inesperienza e il mio forte entusiasmo...!
Così  Direttore,  io  convintamente  mi candidai, e tenendo fede al patto sottoscritto con la lista “Uniti per Taurisano” nonché  a quel desiderio di dare un mio personale contributo al paese, ho cercato fin da subito di amministrare anzitutto con coerenza, tant’è vero che sin dal primo consiglio comunale dichiarai ufficialmente la mia ideologia di centrodestra, e successivamente con trasparenza, responsabilità e  passione, convinta  o meglio illusa che fossero queste le cose di cui un assessore doveva principalmente curarsi nell’espletamento del proprio mandato. 
E ad affermare di aver operato in questo modo, non sono io, ...ma sono gli atti e i documenti anche recentissimi sottoscritti dal Sindaco Lucio Di Secli! Lo stesso sindaco che io insieme agli altri ho promosso in campagna elettorale, lo stesso sindaco che io più di altri ho difeso in questi anni, lo stesso sindaco che per un capriccio da parte del partito di maggioranza, è riuscito a revocarmi la delega di assessore senza poterla degnamente motivare, ma spiegando che per la prima volta in due anni e mezzo di governo,  il Pd si era presentato compatto...recapitando  un documento dove tutti i consiglieri chiedevano con forza le mie dimissioni o se necessario il mio defenestramento coatto. Pensi un po’,  Direttore, lo stupore che ho provato quando tra i sottoscrittori di quel documento, ho visto i nomi dei colleghi assessori (con cui pensavo aver condiviso molto di più che quattro delibere di giunta!), o peggio ancora quando mi sono resa conto che chi mi accusava di essere una minaccia per la stabilità della maggioranza , erano quei “consiglieri responsabili” (e sicuramente molto meno coerenti della sottoscritta!!!) mai propositivi, mai attivi, mai presenti nella gestione amministrativa del paese.
E mi perdoni se mi permetto di fare una considerazione molto personale, ma sinceramente trovo estremamente dequalificante per un gruppo politico, (che sia di destra o di sinistra) essere compatti per la prima volta in due anni e mezzo , non su una   questione riguardante l’interesse pubblico, ma la  “lapidazione” di un assessore  colpevole poi di cosa io ancora non l’ho capito.
Come si può far finta di cadere dalle nuvole quando sin dal primo momento io ho chiarito la mie posizioni e le mie tendenze politiche?
Quale “nuovo e non previsto assetto politico della coalizione di maggioranza” ha creato la mia ufficiale adesione al Ncd?  Perché i pregiudizi e gli interessi del Pd hanno prevalso sugli interessi della collettività? 
Eppure, solo qualche giorno fa abbiamo assistito alla formazione di un nuovo governo di larghe intese dove il neopresidente del Consiglio si propone di governare per il bene del paese fino al 2018, facendo appello, nel suo primo discorso al Senato della Repubblica, a valori come la coerenza , l’onestà , l’altruismo.
E allora mi chiedo...: come possiamo insegnare ai nostri figli valori come  la coerenza, l’onestà, l’altruismo, la diversità come occasione di arricchimento, se poi invece noi stessi non siamo in grado di metterli in pratica?
Come può immaginare, quindi, oggi la mia delusione è tanta... come tanta è la mia convinzione che sarebbe bastato molto poco a vedere le cose da un’ altra prospettiva, evitando così tutto questo a beneficio esclusivo della collettività.
Dal canto mio probabilmente ho fatto un gravissimo errore di valutazione, credendo che in un delicato periodo storico come quello che stiamo vivendo, avrebbe prevalso la responsabilità  e il senso di squadra all’insegna di quel rispetto che fin da subito mi era stato dimostrato ma che col tempo è risultato alquanto precario.
A questo punto,  concluderei confessandole di cuore che al di là di tutto, sono davvero molto contenta di aver avuto la possibilità  di  amministrare il mio paese. E’ stata per me una esperienza di crescita e di enorme arricchimento personale, e non posso non ringraziare tutti coloro che hanno veramente creduto in me, sostenendomi e premiandomi con  sincera fiducia. 
Per il futuro, che io ne faccia parte o meno, sono certa che la politica taurisanese debba trovare il coraggio e la forza di cambiare, di rinnovarsi e di mettersi al passo con le nuove esigenze e problematiche del paese. C’è  bisogno di una politica più  presente e vicina alla quotidianità del paese, c’è bisogno di una politica meno attenta agli interessi dei partiti e sopratutto c’è  bisogno di partiti che mettano da parte sterili fanatismi, lasciando il posto ad un nuovo positivo entusiasmo e ad una necessaria apertura a collaborazioni anche trasversali. Solo così migliaia di cittadini delusi, potranno non solo ritrovare quella fiducia perduta nei confronti delle istituzioni, ma  con tanto di spirito di responsabilità, potranno addirittura sentirsi parte attiva e imprescindibile nella gestione della cosa pubblica.
Infine, La saluto e saluto i suoi lettori con l’augurio più  sincero che dopo questo piccolo,  insignificante, e a detta di alcuni necessario resettaggio dell’esecutivo, si possa lavorare più e meglio di prima per il bene Sovrano dell’intera comunità.

                                       Luana Calogero

Salento terra di mafia? No, ma potrebbe…

La recente operazione “Tam Tam” della Polizia di Stato, con l’arresto di quindici soggetti, cinque di Taurisano, ha come scoperchiato una realtà salentina preoccupante. Il Procuratore Generale Cataldo Motta, soddisfatto dell’operato delle forze di polizia, di fronte alla recrudescenza del fenomeno malavitoso di così vaste proporzioni, si è detto non più sicuro di escludere che il Salento sia terra di mafia.
Quando parla un magistrato occorre sempre soppesare quello che dice, non solo e non tanto per quello che dice ma anche e soprattutto per quello che non dice ma che sa. L’allarme del Procuratore è importante. Giustamente è stato oggetto di valutazione critica da parte di opinionisti, politici, giornalisti, amministratori pubblici e privati, con valutazioni e commenti diversi.
Per quanto attiene la realtà di Taurisano, che ci riguarda da vicino, credo di poter dire che non è terra di mafia, ma potrebbe diventarlo. Abbiamo elementi per escluderlo oggi, elementi per paventarlo domani.
Tra la fine del 2013 e gli inizi di quest’anno si sono verificati a Taurisano fatti spiacevoli di varia illegalità e criminalità. In successione: il caso o i casi di concussione all’Ufficio Tecnico Comunale, lo spaccio di droga, le risse e i pestaggi, l’insorgere della criminalità organizzata benché solo agli inizi. Episodi e fenomeni tempestivamente rintuzzati dalla Polizia di Stato, diretta dal Vice-questore dr. Salvatore Federico. C’è da essere perciò preoccupati per un verso, ma rassicurati per un altro. Le istituzioni hanno funzionato, funzionano. Tanto ci autorizza a considerare l’allarme del Procuratore Motta, giusto in sé, esagerato per quanto ci riguarda.
A Taurisano abbiamo un formidabile codice per valutare se la mafia esiste o non esiste, un codice che ha la funzione della Stele di Rosetta, quella che consentì di interpretare i geroglifici perché recava una scritta in tre lingue: geroglifico, demotico e greco. Conoscendo il greco si poteva interpretare il resto. Sappiamo quanto la mafia abbia attinenza con i geroglifici. Voglio dire che essa lascia dove entra e da dove passa dei segni e dei simboli, dai quali è possibile accorgersi di ciò che succede nella società.
Ora a Taurisano la mafia l’abbiamo conosciuta, benché solo nella fase iniziale ma con segni evidenti e inconfondibili, tra gli anni Ottanta e i Novanta. Avendo conosciuto la mafia siamo in grado di dire se certi fatti di oggi sono o meno mafiosi. Quali erano i segni che inequivocabilmente attestavano che allora si trattava di mafia? Elenchiamoli nella loro tipologia.
1) Le istituzioni erano inquinate e non solo quelle politiche e amministrative; 2) i fenomeni di concussione-corruzione c’erano benché taciuti e percepiti come graziosi presenti; 3) le richieste estorsive di danaro, con intimidazioni, minacce e attentati erano continue; 4) nel tessuto sociale incominciava a prendere piede la tipica “giustizia” mafiosa del proteggere e dell’aggredire anche per piccoli episodi di vicinato o per vendette personali e famigliari, ossia incominciava a configurarsi come dato di costume, che è l’aspetto meno allarmante nell’immediato ma alla lunga più devastante e più difficile poi da estirpare. Si tratta di quattro elementi che combinandosi insieme formano un mix tendenzialmente mafioso. 
Di questi quattro segni oggi a Taurisano non ne ricorre alcuno se non quello della concussione-corruzione, non paragonabile peraltro al fenomeno degli anni Ottanta-Novanta. Le istituzioni sono vigili, forse non tutte allo stesso modo; ma in buona sostanza c’è da stare tranquilli.  
Il caso dell’Ufficio Tecnico Comunale, grave in sé, è poca cosa come fenomeno, anche perché oggi il Comune, come tutti gli altri in Italia, non dispone di somme importanti, realizza pochi lavori pubblici, insomma c’è poco da dare, da sottrarre, da spartire. Non ci sono soldi e dove non ci sono soldi è difficile che attecchisca la mafia. Il “caffè” da 500 o 1.000 euro, se solo di questo si tratta, è illegalità artigianale, piuttosto maldestra. Ciò non significa che non debba essere colpita chi ne ha praticato l’uso e che non si debbano ammonire tutti gli amministratori comunali che in successione non hanno saputo vigilare per impedire che tanto accadesse. Ma non sembra sufficiente per parlare di mafia.
Ci sono – e dopo quanto è accaduto non lo si può negare – fatti allarmanti di droga e di violenza, tanto più gravi quanto più in progress e riconducibili a fenomeni aggregativi, che in genere finiscono per dar vita ad associazioni mafiose, con segni distintivi di assistenzialismo mutualistico. Ci sono – e purtroppo sempre più frequenti – i furti nelle abitazioni, che avviliscono chi li subisce e creano sfiducia nella gente, ma si tratta di un fenomeno che poco o nulla ha a che fare con la mafia. 
L’appello ai singoli cittadini di aiutare le istituzioni a proteggere la società dal male mafioso non può che essere preso come un appello a fidarsi dello Stato. Non può essere inteso, invece, nel suo aspetto di intelligence, cioè di informazione e delazione. La società ha le sue leggi non scritte, che sono di urbanità, di rispetto, di cordialità, di pacifica convivenza. Se lo Stato funziona non c’è bisogno alcuno di trasformare i cittadini in agenti segreti quasi fossimo in una condizione di guerra civile, dove tutti si guardano con sospetto, pronti a carpire parole e gesti.
Ma chi viene preso di mira o in qualche modo colpito ha l’obbligo, morale e civile, di rivolgersi alla Polizia, ai Carabinieri, alle istituzioni dello Stato. Tacere non gli giova e soprattutto serve a far crescere il mostro malavitoso, che conviene sempre affrontare quando si presenta quasi come innocuo nella sua fase iniziale meno brutta e minacciosa.
Taurisano perciò accoglie l’appello del Procuratore Motta e ringrazia tutte le forze di polizia che operano sul territorio per l’impegno finora profuso con i risultati che conosciamo. Ma deve anche sentirsi coinvolta a tutti i livelli nella lotta al crimine e al malaffare, grosso o piccolo che sia, perché se oggi non si può dire che Taurisano sia terra di mafia, tale potrebbe diventare se certi fenomeni dovessero essere trascurati o tollerati per pigrizia, rassegnazione o quieto vivere, lasciandoli crescere e diventare qualcosa di molto più serio e pericoloso. 

Il Questore di Lecce in visita a Taurisano
Incontri al Comune e al Commissariato

Questore di Lecce da due mesi, il dr. Maiorano venerdì, 28 ottobre, ha voluto visitare il Comune e il Commissariato di Polizia di Taurisano, dopo aver fatto visita nella prima mattinata a Mons. Vito Angiuli vescovo di Ugento.
Accompagnato dal Vice-Questore dr. Salvatore Federico, dirigente del Commissariato di Taurisano, il Questore ha svolto la giornata taurisanese in due tappe. La prima al Comune, dove si è incontrato col Sindaco Lucio Di Seclì e con alcuni amministratori, dei quali ha ascoltato le criticità del paese, esposte dai consiglieri Rocca, Rosafio e Piscopo in relazione all’ordine pubblico. Ha visitato gli uffici del Comune, salutando e intrattenendosi con gli impiegati. La seconda al Commissariato di Polizia, per salutare quelli che con essenziale e affettuosa sintesi ha chiamato i “suoi uomini”.
Breve ma denso di spunti su cui riflettere il discorso del dr. Maiorano, che ha voluto ringraziare il Sindaco e l’Amministrazione per l’accoglienza. Ha tenuto a separare, anche in risposta a quanto gli era stato segnalato dagli amministratori comunali,  ciò di cui una comunità ha bisogno, che è tanto, da ciò che le istituzioni sono in grado realisticamente di fare, con le risorse di cui dispongono, che spesso non è abbastanza. Ma ha anche ricordato che è sbagliato pensare che lo Stato sia solo l’Istituzione che lo rappresenta, perché lo Stato siamo tutti ovunque si svolga la vita di ciascuno di noi, civile e professionale. E’ necessario – ha detto – che ci sia tra il Commissariato di Polizia e la popolazione sinergia, senza la quale non c’è Stato che tenga; ognuno con gli strumenti che una società ordinata consente: i cittadini osservando la legge e cercando di farla osservare; gli uomini dello Stato con gli strumenti propri dell’autorità giudiziaria per prevenire e reprimere. Ha raccomandato all’Amministrazione comunale di andare incontro alle persone e alle famiglie bisognose e sofferenti in un momento di crisi diffusa. 

Ma dietro una disponibilità conversativa di facile e immediata cordialità, il dr. Maiorano ha dimostrato anche uno spiccato senso della forma, di ciò che si può e si deve dire in una sede e di ciò che si può e si deve dire in un’altra. Alla nostra domanda, infatti, sulle ultime due operazioni di polizia e sulla recrudescenza del fenomeno malavitoso nel Salento, non ha risposto, ritenendo la domanda fuori “luogo” e fuori “tempo”, avendo già parlato di questo nel corso delle conferenze-stampa tenute a Lecce nei giorni scorsi. Come dire: garbo nei modi e fermezza nei contenuti. Ha promesso che a Taurisano ritornerà.       

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