giovedì 15 settembre 2011

Non è giusto, non è leale? Invece, caro Sindaco, non è cosa!

Già la sera di sabato, 10 settembre, i cittadini di Taurisano hanno potuto leggere il manifesto, intestato “Città di Taurisano”, datato 10 settembre 2011 e firmato “Il Sindaco Lucio Di Seclì”.
Il testo:

NON E’ GIUSTO
E SOPRATTUTTO NON E’ LEALE

Alcuni organi di stampa hanno ripreso il contenuto di un foglio apparso di recente nella nostra città, che – senza conoscere i fatti – stigmatizza l’operato di alcuni assessori e funzionari comunali, ingigantendo a dismisura il suo contenuto e, soprattutto, inventando presunte collusioni.
Conoscendo i soggetti che divulgano tali falsità, è chiaro leggere la volontà di rimestare nel torbido al fine di sentirsi in qualche modo vivi e partecipi di una comunità che, da tempo, ha compreso lo scopo di tali ricorrenti attacchi, escludendoli di fatto dal contesto sociale e politico di Taurisano.
Se, invece, come più volte asserito, l’intento del foglio è quello di stimolare l’attività amministrativa, non è questa la strada da seguire, calunniando e attaccando a testa bassa dei giovani amministratori che stanno lavorando con tanta passione e tanto entusiasmo per migliorare le sorti del nostro paese, assicurando la costante presenza in Comune e facendo giornalmente fronte alle innumerevoli istanze da parte dei cittadini, ai quali solo questa Giunta Comunale deve dare conto del suo operato.

Taurisano, 10 settembre 2011

                                                                                                                                    Il Sindaco
                                                                                                                                Lucio Di Seclì

Una presa di posizione istituzionale su alcune accuse all’Amministrazione rivolte dal foglio locale “La Città di Taurisano”, pubblicazione curata dal Circolo di Nuova Italia, ultima corrente mantovaniana all’interno del PdL. Accuse riprese poi ed enfatizzate dalla “Gazzetta del Mezzogiorno”.
Sulle accuse non mi pronuncio né sull’opportunità di enfatizzarle; dico solo che, sebbene gravi per diversi motivi, restano meno gravi delle cose che il Sindaco Lucio Di Seclì ha detto nel suo manifesto. E sulle sue parole, qualche appunto lo faccio.
Anzitutto gli aggettivi del titolo “giusto” e “leale”. Ma di che stiamo parlando, di una partita a briscola o di politica?
L’approccio è fumoso e irriguardoso, non solo per una questione di forma, che evidentemente non a caso è contorta. Perché “alcuni organi di stampa”, “un foglio apparso di recente nella nostra città” e non indicare correttamente, anche per evitare equivoci, come si chiamano? O, per il Sindaco di Taurisano, a parte lui e i suoi della Giunta, gli altri sono massa anonima ed informe?
Ma è sul piano della cultura politica che Lucio Di Seclì dimostra una preoccupante inadeguatezza. Mi dispiace dirlo. Per un democratico e cattolico per giunta è normale che uno cerchi di sentirsi vivo e partecipe nella sua comunità. Forse il Sindaco vorrebbe che alcuni fossero emarginati ed esclusi? E in nome di quali suoi valori e principi?
Quanto al fatto che la nostra comunità li avrebbe esclusi socialmente e politicamente è un’affermazione di gravissima quanto inutile arroganza. Perdere le elezioni o non essere ammessi per vizi di forma o se vogliamo per imperizia, vuol dire forse essere esclusi dalla società e dalla politica?
Ed arriviamo ai “giovani amministratori che lavorano con passione ed entusiasmo per migliorare le sorti del nostro paese”. Già saremmo tutti contenti se riuscissero a migliorare le condizioni; e lasciamo stare le sorti. Ma, a parte, la questione lessicale, che tanto lessicale poi non è, Lucio Di Seclì sa, primo, che i suoi “giovani amministratori” hanno tutti passato la trentina; secondo, che non sono stati malignamente sorteggiati per il sacrificio a cui sono sottoposti, ma si sono proposti spontaneamente, hanno fatto di tutto per essere eletti, mobilitando parenti, amici, conoscenti, vicini di casa, hanno intercettato voti al mercato, per strada, nei bar; che si sono proposti per amministrare la cosa pubblica, che è sempre la più importante delle ambizioni ed il compito più impegnativo, perché si tratta di assumersi la responsabilità di ciò che appartiene a tutti, a cui bisogna dare conto. Perché mai dovremmo considerarli, secondo la dottrina Di Seclì, sciuscetti? Essi devono dar conto – mi dispiace Sindaco – a tutti i cittadini di Taurisano e non solo di Taurisano, compresi gli organi di stampa e il foglio “innominati”. E sul loro operato ogni cittadino ha il diritto – e magari sentisse pure il dovere – di esprimere le sue valutazioni (artt. 3 e 21 della Costituzione).
Certo, ognuno deve sapere quel che dice e come dirlo. Per questo ci sono autorità preposte, che non è male scomodare ogni tanto, se non altro per calmare e calmierare un ambiente dove regnano l’ignoranza, la presunzione e il velleitarismo più selvaggi. Discorso che prima o poi si dovrà affrontare se non si vuole che il paese diventi dominio di quattro insoddisfatti sociali, il cui esercizio pubblico si concretizza in autentiche molestie sociali.
Tanto lo dico per spirito di testimonianza, convinto come sono che in questo paese non cambia e non cambierà mai nulla. Gutta cavat lapidem – dicevano i latini – ma la mentalità della gente è più dura della pietra.

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