L’Amministrazione Comunale,
uscita dalle Elezioni del 15-16 Maggio di due anni fa, volge al compimento del
suo secondo anniversario. Non ci sono state fino a questo momento grandi
questioni, forse anche per una sorta di dormienza del paese in tutte le sue
categorie politiche, culturali, sociali ed economiche. Non diamo solo la colpa
all’Amministrazione, qui manca il paese come sistema. I suoi vari soggetti non
hanno interlocutori istituzionali. Tutto
è scollegato. Mancano i partiti. Saremmo ingenerosi se non riconoscessimo che
alcuni assessori (Rosafio, Scordella, Damiano) si sono dati e si danno da fare,
ma fuori da un disegno organico dell’Amministrazione all’interno della quale
operano; i consiglieri di opposizione, se si esclude Salvatore Rocca di
Rifondazione comunista, sono pressoché assenti. Il centrodestra, autoesclusosi
dalla competizione elettorale, non ha ancora trovato la trebisonda e di fatto
non esiste.
Si può andare avanti così? E
dove? Il malumore serpeggia e qualche volta abbaia; ma né in un modo né
nell’altro è concreto. Il consigliere del Pd, Antonio Ciullo, ha preso
formalmente le distanze fin dal 26 ottobre scorso dal gruppo consiliare di
maggioranza pur rimanendo nel Pd. Lo ha fatto con una lettera in cui lascia
trasparire ulteriori passi di dissenso: “Il sottoscritto – dice – in Consiglio
Comunale assumerà decisioni indipendenti rispetto al gruppo di maggioranza. […]
E’ fatta salva la propria appartenenza al Partito Democratico, a meno che lo
stesso Partito non dovesse assumere ulteriori e differenti determinazioni”.
Insomma, sembra voglia dire: io ho fatto la mia mossa, ora aspetto le vostre.
Ma, che si sappia, finora non ci sono state mosse di risposta.
Ovvio che non tutto scorre liscio
nella maggioranza amministrativa, qualche frizione di tanto in tanto c’è. Se ne
avvertono i segnali all’esterno. Ma nessuno s’impunta, sa che piantare grane
significa danneggiarsi la carriera politica. In gran parte sono giovani ed è
lecito che ognuno nutra belle speranze. Perché devo essere io il piantagrane?
Se c’è un’azione comune è un conto; e se no, rimaniamo in attesa. Probabilmente
ragionano così.
Questa Amministrazione, allora,
andrà avanti per inerzia. Forse anche per calcolo. Fino al 2014 non c’è trippa
per gatti. Finiremo in quell’anno di pagare interessi spaventosi in seguito
alla rinegoziazione dei mutui fatta dall’Amministrazione Leuzzi con la Cassa Depositi e Prestiti. Ma
fino a quella data la situazione del paese subirà ulteriori danni, soprattutto
a livello politico.
I due grandi schieramenti
dovrebbero riorganizzarsi. Il centrosinistra dovrebbe ritrovare la dignità
della sua storia più recente, di quando era un laboratorio politico in linea e
addirittura in anticipo sulle scelte nazionali. Il centrodestra dovrebbe
riorganizzarsi prima di entrare in coma irreversibile. Se le due componenti, ex
An ed ex Forza Italia, non trovano un accordo, si dividano e procedano ognuna
per conto proprio fino a quando la situazione non si decanti e si torni ad
un’azione comune. Il voto per le Politiche del 24 febbraio prossimo può aiutare
in questo senso. Non solo perché si è fatto chiarezza nelle liste, tornate ad
essere diverse, ma soprattutto nel processo avviato di fare largo a nuovi
soggetti, senza per questo abbandonare la partita. Si può e si deve andare
avanti insieme: giovani ed anziani, gli uni con l’entusiasmo e la legittima
ambizione, gli altri con l’esperienza e la consapevolezza di avere ancora un
ruolo importante.
Un pensiero, in chiusura, al
Sindaco Lucio Di Seclì. Ha detto fin
dall’inizio che non prende ordini da un partito che non è il suo. Encomiabile
prova di indipendenza; ma completi la prova dicendo qual è il suo partito.
Perché uno, non può non averlo. E se lo dice, tanto di guadagnato per tutti.
Almeno sanno tutti con chi prendersela.
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