lunedì 22 luglio 2013

Presenza Luglio-Agosto 2013 Cose di Taurisano


Parla Luigi Guidano
“L’azione amministrativa non va. Quella del candidato-sindaco non è stata l’unica nota stonata”

Carissimo Direttore, tra il serio e il faceto, quando mi hai contatto per chiedermi la disponibilità alla presente intervista, hai esordito con la formula di rito dei poliziotti americani al momento dell'arresto di un presunto malvivente, ricordandomi il diritto di tacere per evitare che quanto affermato potesse ritorcermisi contro.
Benché avvertito, aderisco volentieri alla richiesta.
Scherzi a parte, chi riveste una pubblica funzione non può avere remore a parlarne, per rendere conto del proprio operato e  dello stato di salute dell'amministrazione nella quale opera.
Si sentono malumori e scricchiolii nella maggioranza consiliare o più specificamente nel PD. Si parla di una tua uscita dal Consiglio e di qualche assessore dalla Giunta. Che c'è di vero?
Avendo governato Taurisano per dieci anni consecutivi, a capo di maggioranze di centrosinistra molto più composite e politicamente connotate della presente,  posso tranquillamente sostenere che è fisiologico il verificarsi di fibrillazioni e scricchiolii, soprattutto quando i problemi da affrontare sono complessi e possibili di soluzioni diverse   o quando si tenta di imporre posizioni di parte che mal si conciliano con gli interessi della comunità. E' sempre accaduto e continuerà ad accadere. Sta alla responsabilità ed alla capacità del timoniere richiamare l'equipaggio all'ordine ed al rispetto del programma convenuto, non solo nei contenuti ma anche, se non soprattutto, nei metodi.
Della maggioranza che governa Taurisano, si diceva che avesse i giorni contati già all'indomani delle elezioni amministrative del giugno 2011. Sono trascorsi oltre due anni e la maggioranza è al suo posto, senza che i consiglieri che ne fanno parte abbiano mai determinato situazioni problematiche in Consiglio comunale.
“Malumori e scricchiolii” ve ne sono stati e ve ne sono perché l'azione amministrativa non va come dovrebbe andare, neanche su questioni di interesse generale per le quali in Consiglio comunale sono state votate delibere all'unanimità.
Ci si muove come una macchina alla quale l'autista ha dimenticato di togliere il freno di stazionamento. Anzi, tanta è la paura di viaggiare che, nel dubbio, si preferisce restar fermi. E' la condizione della non politica, poiché l'ordinaria amministrazione è altra cosa.
Quanto  al gruppo consiliare del Partito Democratico, che, per le variazioni sopraggiunte rispetto all'iniziale composizione, è attualmente costituito da dieci consiglieri, compresi gli assessori, pari al 59% dell'intero Consiglio comunale ed all'83%  del gruppo di maggioranza, compreso il Sindaco e l'assessore Calogero, posso garantire che la disciplina di gruppo ha sostanzialmente retto.  Se invece ci si riferisce al Partito, è indubbio che la contentezza non è di casa, pur nella consapevolezza che in casa è la responsabilità.
Si ha l'impressione  - lo dico da osservatore -  che nella giunta Di Seclì manchino collegialità e cifra politica e che perciò essa sia politicamente irresponsabile. Dall'esterno è un'impressione e dall'interno?
Premetto che non conosco le dinamiche dei lavori in Giunta pur conoscendone, per diretta esperienza, i meccanismi di funzionamento. A sentire gli assessori, specialmente l'unico tra loro che ha avuto precedente esperienza, qualcosa non funziona e soprattutto  non si comprende la cifra politica dell'operato dell'esecutivo rispetto all'incidenza dell'apparato. Inizialmente si è pensato alla mancanza di esperienza; dopo due anni la giustificazione non regge. 
La collegialità formale, almeno per l'adozione delle deliberazioni, è garantita; non so quanto lo sia nella adozione delle scelte. Ma questa non è e non può essere  una scusante per nessuno.  Evidentemente la tua impressione è fondata, solo che la “irresponsabilità” non è quella che l'articolo 90 della Costituzione riserva al Presidente della Repubblica, ma una pratica non certamente benefica per la nostra Città.
E' altresì evidente che in un esecutivo di sei elementi, quattro dei quali appartenenti al Partito Democratico, la responsabilità maggiore ricade sul PD e sui suoi rappresentanti.
Non credo tuttavia che il giudizio sull'Amministrazione debba limitarsi alla sola valutazione dell'operato dell'esecutivo; i parametri di riferimento sono molto più ampi ed abbracciano ambiti non sempre riconducibili all'attività del Consiglio e della Giunta.
Non ti sembra anomalo e comunque esagerato che una volta eletto Di Seclì abbia rivendicato la sua autonomia da chi lo aveva candidato?
Dopo dieci anni di impegno politico amministrativo avevo maturato la decisione di non candidarmi e comunque non ho direttamente seguito la vicenda che ha portato alla individuazione del candidato sindaco alle elezioni del giugno 2011.
Avrei preferito una candidatura politicamente connotata, interna al Partito Democratico, e meno avanti negli anni. In tal senso ho anche  cercato di lavorare, purtroppo senza successo.
Quando venne prospettata la possibilità della candidatura Di Seclì, quanti l'avevano caldeggiata, parlarono di una persona vicina alle posizioni del Partito democratico, addirittura disposta alla formale adesione. Così non è stato e non ritengo che la responsabilità possa essere attribuita al Sindaco, anche perché sono convinto  che sarebbe cambiato poco o nulla.
Ma nella formazione della lista, quella del candidato sindaco non è stata  l'unica nota stonata, come i fatti hanno successivamente dimostrato.
Il Partito Democratico, dopo l'esito elettorale ed al momento della formazione dell'esecutivo, ha dovuto prendere atto di quanto accaduto, imponendo al Sindaco la sola  condizione che la delega di Vice Sindaco fosse appannaggio di un proprio rappresentante, posto che la scelta da parte del Capo dell'Amministrazione, in nome delle prerogative che la legge gli riserva, andava in tutt'altra  direzione.
Per non dire della richiesta di un assessore esterno, naturalmente a scapito del Partito Democratico, da attribuire all'area politica di centro destra esclusa dalla competizione elettorale.
Fosse stato per il Sindaco,  il Partito Democratico avrebbe visto fortemente ridimensionata la sua presenza politica nella maggioranza e nella Giunta, riducendosi a semplice supporto di una coalizione nella quale contava ben otto consiglieri su dodici, Sindaco compreso.
Fondatissima, quindi, l'anomalia o l'esagerazione da te rilevata, comunque tollerata dal Partito democratico, anche dopo la sottolineatura da parte dell'Assessore Calogero della sua sensibilità politica di centro destra, pur non facendone ufficialmente parte.
In altri contesti chissà cosa si sarebbe detto e cosa sarebbe accaduto.
Il Partito democratico ed il suo gruppo consiliare, nella consapevolezza che la responsabilità della situazione fosse loro riconducibile, non hanno creato problemi, pur in presenza di mugugni e malumori.
La tua messa da parte, al netto di ogni considerazione personale, è stata recepita come una condanna dell'esperienza politico-amministrativa precedente. Può essere che non sia così, ma così è stata intesa.
Nei dieci anni in cui ho avuto l'onore e l'onere di guidare l'Amministrazione cittadina non ho assolutamente pensato a costruire consenso e carriera personale. La preoccupazione principale è stata quella di governare il paese e risolvere problemi che da decenni attendevano di essere portati a soluzione.
La verità è nei fatti e il giudizio non può prescindere dal riscontro dei programmi e da ciò che è sotto gli occhi di tutti.
Tra l'altro, senza voler parlare del mio operato, il consenso accordatomi nelle due consecutive legislature testimonia dei risultati raggiunti, non solo dal punto di vista amministrativo e delle opere pubbliche realizzate e che si stanno tutt'ora realizzando, quanto, soprattutto, dal punto di vista politico, avendo consentito a Taurisano il superamento della condizione di isolamento nella quale l'avevo trovata e la conquista di una dignità, ai vari livelli istituzionali, da molti, ancora oggi, riconosciutaci e rimpianta.
Non avevo e non nutro pretese di alcun genere e mai ho sollecitato incarichi di alcun tipo.
Quanto al risultato elettorale ultimo, è la conseguenza di una serie di concause, alcune generali, altre tipicamente locali, delle quali non è questa la sede per parlarne.
Se qualcuno temeva che lavorassi per la caduta dell'Amministrazione, informandosi se fossi ricandidabile dopo breve periodo, deve prendere atto che ho fatto esattamente il contrario, tenendo a freno i malumori e gli scricchiolii più seri.
Quanto alla mia uscita dal Consiglio comunale, se e quando si concretizzerà, sarà determinata da valutazioni politiche, comunque presentate al partito e rese di pubblico dominio, con riferimento alla situazione nella quale versa il Paese e muovendo dalla convinzione che non sempre l'interesse di una parte o di un partito può essere anteposto all'interesse della comunità.
Non ho altra pretesa, né faccio proseliti, anche perché, fuori Guidano, subentrerà un candidato che ha riportato appena un voto di preferenza in meno.
L'Assemblea Generale del Pd di martedì, 9 luglio, ha dato la plastica rappresentazione di una base del partito piuttosto “assente”. Che provvedimenti intende prendere il partito per recuperare la sua fiducia?
Nel marasma della condizione dei partiti nazionali, il Partito Democratico, che pure vive una condizione “migliore” dal punto di vista politico, nonostante i misfatti del recente periodo, si accinge a celebrare il suo congresso nazionale, preceduto dai congressi locali. Le prospettive non sono delle migliori e le contraddizioni sono tante. Mi auguro che il Partito sappia e possa finalmente darsi una sua identità, che non sia la sommatoria di storie e personaggi tra loro divergenti.
Ho sempre fidato, a differenza di tanti profeti che hanno poi abbandonato il campo, nella bontà del progetto e ne sono ancora convinto, sottolineando in diverse occasioni, proprio perché consapevole delle criticità, che alla vecchia guardia competeva la responsabilità di sostenere il progetto e lavorare per l'avvento di una nuova classe dirigente del partito e della nazione costituita da giovani che avessero la mente sgombra dai condizionamenti delle antiche appartenenze e delle vecchie logiche correntizie.
Il Partito Democratico, dal mio punto di vista, sarebbe dovuto nascere e può nascere allo stesso modo in cui su un vecchio tronco, tagliate le antiche fronde, si fa crescere una nuova vegetazione, libera dalle patologie della vecchia e capace di dare frutti sani a abbondanti.
Non si tratta di rottamare, ma di innovare, nell'interesse del partito e soprattutto della Nazione.
E' quanto auspico possa accadere anche in Taurisano, certo che, in tal modo, la fiducia verrà di conseguenza.
A cura di Gigi Montonato

Nel Pdl si contano, ma forse…inutilmente

Lina Normanno, levatrice presso l’Ospedale di Casarano, è la nuova coordinatrice del Pdl di Taurisano; suo vice un giovane, Emilio Orlando. Ha prevalso su Maria Angela Treglia, avvocatessa, che si presentava al congresso in ticket con Mario D’Ambrosio, entrambi storici rappresentanti della destra taurisanese, fin dal Msi.
A considerare la provenienza dei vari candidati, verrebbe di dire che il congresso ha sancito la diversificazione tra le due anime del Pdl, quella di Forza Italia e quella di An. Ma non è così, perché nelle due liste in competizione ci sono soggetti di provenienza trasversale.  
Il  congresso, che si è svolto domenica 16 giugno nell’Aula Consiliare del Comune alla presenza delle massime autorità locali del partito, Presidente Gabellone in testa, ha dato questi risultati. Su 150 votanti (tesserati), la lista capeggiata dalla Normanno ha ottenuto 82 voti (54,6 %), l’altra capeggiata dalla Treglia ne ha ottenuti 68 (45,3 %). Dunque uno scarto modesto, segno che i due schieramenti più o meno si equivalgono; uno scarto, però, che si traduce nel direttivo in un 7 a 4, sproporzionato. E’ la legge di ogni votazione che voglia dare a chi vince anche l’opportunità di gestire le situazioni. 
Il confronto ha prevalso sulla linea unitaria, il che lascia presagire non proprio seguiti tranquilli. Al di là – ovvio – delle dichiarazioni ufficiali. Il Direttivo vede in maggioranza, con Lina Normanno ed Emilio Orlando, Maria Rita Ponzetta, Eliana Nuzzo, Antonio Cappilli, Fernando Manco, Antonio Luigi Manco; per la minoranza: Maria Angela Treglia, Mario D’Ambrosio, Luca Piccinno, Riccardo Rizzello.
In tutti c’è la volontà di andare oltre la disgraziata esperienza di due anni fa, quando la lista non fu ammessa alle Amministrative del 2011, per vizi di forma – si disse – dovuti non ad imperizia ma ad una mai chiarita volontà di farsi reciprocamente male.
E’ prematuro trarre indicazioni politiche da quanto è avvenuto. Il Direttivo è profondamente rinnovato, ci sono quattro donne, di cui una è coordinatrice. Non ci sono i veri leader del partito, i quali hanno deciso di non candidarsi, per favorire il rinnovamento. Ma senza i suoi conosciuti intermediari il partito rischia di perdere i contatti con la base. C’è inoltre un’ultima considerazione da fare. Quanta parte dei quadri del centrodestra è rimasta fuori da questo congresso, ma pronta all’impegno elettorale in caso di elezioni? Sono questioni importanti per capire la consistenza di questo nuovo gruppo dirigente, per sapere chi rappresenta e come intende operare per coagulare tutte le espressioni del centrodestra, vecchio e nuovo. Né si può trascurare il fatto che a livello nazionale stanno maturando scenari regressivi di riproposizione di Forza Italia e di una nuova destra ancora da titolare. Essa non sarebbe altro che il tentativo di recuperare i vecchi militanti del Msi e di An. Per tutti la pausa estiva incombe a cercare refrigerio al corpo e alla mente.

Le piazze, le chiusure, i parcheggi, le strade
Ora si sta davvero esagerando

Piazza Castello, il salotto di Taurisano, è stata incatenata, chiusa al traffico, come già avevamo annunciato nello scorso numero di “Presenza”, rischiando, per dire la verità, la notizia, perché una speranzella di ravvedimento era legittimo conservarla. Niente, non c’è stato niente da fare: chiusa. Piazza Castello è una “chiusura”, in dialetto chisura. Il termine risale al medioevo, quando chi si sentiva proprietario di un fondo lo chiudeva per impedire l’accesso agli estranei, recintandolo con muretti a secco. Fu l’inizio di una vera rivoluzione agricola, come sa l’inclito e il colto.
La chiusura di un fondo è ancora prevista dall’art. 841 del Codice Civile: “Il proprietario può chiudere in qualunque tempo il fondo”. Ma una piazza, la si può chiudere?
Il proprietario di Piazza Castello è il popolo di Taurisano; e in ogni caso ci sono decine di famiglie che hanno il diritto di passaggio per raggiungere le proprie abitazioni. Ma tant’è, è stata chiusa. Verrebbe di dire: ed ora ripiantiamo le vigne! Non so quanto tempo possa durare una simile stravagante iniziativa, forse neppure legale, comunque dannosa per il paese e pericolosa per la restrizione degli spazi di transito degli autoveicoli in un punto cruciale del traffico. 
Non si scervelli il cittadino a chiedersi perché l’Amministrazione ha deciso di chiudere Piazza Castello. E’ una guerra antica tra chi le cose le ama vedere e chi ha il bisogno di usarle. I primi non escono di casa, non sanno che significhi piazza, hanno in odio i luoghi urbani e chi li frequenta, qualcuno è stordito dalle piazze e dalle strade deserte dei film del Commissario Montalbano, altri non sanno il rapporto che c’è tra i luoghi urbani, la viabilità, la possibilità di fermarsi, di sostare e le attività politiche, economiche e sociali. In genere questi signori agorafobi appartengono al ceto impiegatizio e sono poco sensibili alla vita pubblica. C’è inoltre da considerare che i progetti da realizzare con fondi europei – come la riqualificazione del centro storico di Taurisano – sono pensati per realtà che niente hanno a che fare con la nostra. Figuriamoci, in un paese dove non lasciano in piedi un lampione o un sedile, ti rubano la bicicletta appena la lasci per entrare nel bar o nell’edicola, se lasceranno le biciclette previste a disposizione di chi ne ha provvisorio bisogno.  
Oltre a Piazza Castello è stata sottratta all’utenza pubblica piena l’area retrostante al Palazzo Ducale, con la conseguenza che le decine e decine di auto che trovavano lì il parcheggio ora sono parcheggiate ai due lati delle vie adiacenti, con grande difficoltà di transito e di fermata per gli esercizi commerciali della zona. Anche per quest’area vale il criterio del “bello a vedersi” contro “l’utile ad usarsi”.
L’indifferenza dell’Amministrazione verso questi problemi è incredibile. I signori residenti in Piazza Castello, Piazza Palazzo Vecchio e vie interne al centro storico si ribellarono alla chiusura, chiedendo a gran voce come avrebbero potuto raggiungere le loro abitazioni in auto. Ci fu chi si vestì d’autorità e fece allontanare i dimostranti dal cantiere; qualcun altro con umorismo, degno di miglior causa, disse che avrebbero potuto raggiungere le loro case “con l’elicottero”.
Tanto accanimento da parte dell’Amministrazione è limitato al centro storico. Il resto del paese non esiste. Ci sono strade impercorribili se non a rischio di investire o di essere investiti. Corso Vanini, nei pressi dell’Ufficio Postale e della Banca Apulia è inagibile ventiquattr’ore su ventiquattro – ma la Banca Apulia non doveva avere i suoi parcheggi? –; Corso Umberto I nel tratto Viale Eroi d’Italia – Piazza Fontana;  Via Leonardo da Vinci nei pressi dell’incrocio con via Nizza; via Verdi all’altezza dell’incrocio con Via Cadorna e di Viale Eroi d’Italia; Viale Rimembranze per tutta la sua lunghezza. Sono le vie che costituiscono la cintura del centro urbano. 
C’è un problema di spazi, è innegabile, che non è solo di Taurisano. Ma è specifico di Taurisano requisire i pochi spazi che ci sono per un verso e lasciando che ognuno si arrangi come può per un altro. Qualche mese fa, quando Piazza Castello era recintata per i lavori di ripavimentazione, si mise la sosta ad orario nel tratto di Corso Umberto tra Via Roma  e Via Giovanni Lopez. Conseguenza: i tratti viari e le vie adiacenti furono intasati di auto a lunga, lunghissima sosta, paralizzando le attività commerciali, professionali e di servizi ubicate su queste vie. Anche il servizio di vigilanza sull’orario delle auto in sosta è aleatorio: giorni sì e giorni no, sì di pomeriggio, no di mattina e viceversa. Spesso è una sorta di ritorsione per punire i cittadini che legittimamente si ribellano. E’ successo nei giorni successivi alla dimostrazione contro la chiusura di Piazza Castello. E’ pur vero che ormai i vigili urbani rimasti, dopo i pensionamenti, non sono sufficienti al servizio; ma proprio per questo si dovrebbe affrontare il problema in maniera più comprensiva e soprattutto politica.
Forse l’Amministrazione dovrebbe trovare l’opportunità di riflettere sulle condizioni di vivibilità del paese. La questione di Piazza Castello è sì di competenza dei Lavori Pubblici, ma anche delle Attività Produttive e della Cultura. Perché il problema non è stato affrontato insieme? La situazione delle piazze, del traffico e dei parcheggi è sicuramente la più esposta sotto gli occhi di tutti; ma ci sono altri settori che non se la passano meglio. Mancano i soldi – è vero – ma manca ancor più la volontà di un’Amministrazione che ha la fortuna o forse la sfortuna di gestire il paese senza opposizione.    

Assemblea Generale Pd
Martedì, 9 luglio con l’On. Ludovico Vico

Si è svolta martedì sera, 9 luglio, l’Assemblea Generale cittadina del Pd sotto la presidenza del segretario Claudio Leuzzi, ospite l’On. Ludovico Vico, Commissario provinciale del partito. All’ordine del giorno i temi politici del momento e l’adesione l’anno in corso.   

Quando un modello funziona…
Esperienza di inclusione sociale a Taurisano
Incontro pubblico dell’Assessore Servizi alla Persona Luana Calogero


Organizzato dall’Assessore ai Servizi Sociali Luana Calogero, si è svolto giovedì, 11 luglio in “Casa Vanini” l’incontro pubblico sul tema “Quando un modello funziona…esperienza di inclusione sociale a Taurisano”. Vi hanno partecipato, con l’Assessore Calogero, il Sindaco Lucio Di Seclì, Filomena D’Antini (Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Lecce), Aurelio Rausa (Responsabile Sert di Casarano), Giuseppe Memmi (Psicologo).    

mercoledì 5 giugno 2013


Presenza Taurisanese di maggio-giugno 2013

Osservatorio ambientale

Su Taurisano e il Basso Salento minacce inquinamento
Coltivazioni danneggiate dalle piogge acide

Insisto nel pensare che su tutta la zona del Basso Salento gravi una minaccia di inquinamento atmosferico. I segnali sono evidenti. Quest’anno la coltivazione delle fave, che in genere ha il suo momento topico nella prima metà di aprile, è stata stroncata da un attacco misterioso di agenti atmosferici. Essi hanno impedito alle piante di vegetare e di fruttificare. E’ accaduto dopo le piogge di marzo. Le piante hanno perso la forza di crescere sane e diritte, si sono reclinate sul terreno, mentre le fronde prendevano il colore di ruggine, i baccelli più grandi si annerivano e i più piccoli avvizzivano sulla pianta. 
La prova che a stroncare la vegetazione delle fave sia stata la pioggia è giunta qualche settimana dopo. Tra le 13,00 e le 14,00 di lunedì, 22 aprile, una pioggerellina, lenta e continua, cadeva su Taurisano, formando strane pozzanghere con acqua mista a formazioni di bollicine, come di schiuma. Sembrava che qualcuno avesse lavato terrazze o spiazzi di casa, ma il fenomeno era esteso a più vie e zone del paese; lo si vedeva dalle scie di leggera schiuma lasciate dalle auto. Il fenomeno era ancor più apparente sotto i canali di gronda, dove con la caduta dell’acqua si formavano piccole pozzanghere schiumose.
Tutto a posto, Arpa? L’Arpa è l’agenzia regionale dell’ambiente. Ogni tanto ci rassicura che è tutto sotto controllo. Probabilmente si sarà trattato di piogge acide. Sì, ma di che natura, questa volta, l’acido? A tratti l’acqua delle pozzanghere appariva di colore giallastro. 

Casa Vanini – 22 aprile 2013
Giornata Mondiale della Terra col Sen. De Giuseppe e l’Avv. Amati
Presentato il libro di Roberto Gennaio “Titani”

Lunedì, 22 aprile, per il secondo anno consecutivo l’Amministrazione di Taurisano ha voluto celebrare la Giornata Mondiale della Terra. Una ricorrenza giunta in tutto il mondo alla sua 23ª edizione, ma che nel Salento è stata introdotta solo di recente dalla Provincia su proposta del Difensore Civico Sen. Giorgio De Giuseppe. L’incontro si è svolto in “Casa Vanini”. Introdotta dai saluti del Sindaco Lucio Di Seclì e dell’Ass. all’Ambiente Francesco Damiano, la serata ha registrato gli interventi del Sen. De Giuseppe, che ha rivendicato la scelta della difesa del paesaggio dall’industrializzazione selvaggia a Giuseppe Codacci Pisanelli, e dell’Avv. Fabiano Amati, Consigliere Regionale e già Assessore Regionale ai Lavori Pubblici. Il quale ha tenuto al distinguo tra paesaggio e ambiente, per sottolineare l’importanza di conciliare entrambe le esigenze, che spesso si ignorano e confliggono. In chiusura, la presentazione del libro di Roberto Gennaio Titani. Olivi monumentali del Salento (Lecce, Grifo, 2012), con proiezione finale di un breve documentario commentato sugli olivi più grandi e più longevi del Salento.

Tagliati i quattro esemplari di casuarina della Chiesa Madre
Urge una Commissione per salvaguardare i beni culturali del paese
che amministratori e tecnici non sanno tutelare

Li hanno tagliati così di prima mattina, lunedì, 29 aprile, quattro colpi e via, come piante infestanti. Quattro esemplari di casuarina (equisetifolia) che da tempo immemorabile ornavano Corso Umberto nel tratto della Chiesa Madre. Già li avevano sfregiati l’anno scorso, tagliando rami a casaccio, improvvisati rimondatori. Avranno pensato: ora li facciamo più brutti, così il prossimo anno non dispiacerà a nessuno se li eliminiamo del tutto. Così è stato. Che sia dispiaciuto a qualcuno o a molti non so. L’Assessore ai Lavori Pubblici William Maruccia, dopo le polemiche delle palme dell’anno scorso, ci disse che si sarebbe prodigato a salvarli. Non è riuscito. Il Tribunale di Norimberga è stato inflessibile: quegli alberi erano colpevoli di gravi crimini contro l’umanità.
Eppure non erano i soliti pini d’Aleppo, brutti a vedersi per la loro vegetazione irregolare e tortuosa, o fastidiosi per sollevare la pavimentazione intorno; erano piante eleganti, svettanti verso l’alto, col fogliame di un lucido verde scuro; probabilmente erano secolari. Ne restano altri quattro esemplari in Corso Vanini, tre all’interno del giardino Castriota Scanderbeg, uno vicino all’ingresso dell’Ufficio Postale.  
Ero ragazzino quando ogni anno, retaggio fascista, si celebrava a scuola la “Festa degli alberi”. Come se ne celebrano ancora oggi in tutta Italia, perché gli alberi sono la vita, danno l’ombra, l’ossigeno, trattengono la pioggia, abbelliscono gli ambienti e via di seguito anche con un po’ di retorica. A Milano, per volontà della pubblica amministrazione, c’è l’obbligo di piantare un albero per ogni bambino che viene al mondo. A Taurisano la festa agli alberi la facciamo ad ogni persona che muore. Il mondo alla rovescia direbbe l’antropologo Bachtin.
In questo cazzo di paese nessuno paga mai per niente. Due anni fa si concesse ad altro rimondatore di rimondare i pini del Parco Giochi, in cambio, quale compenso, si sarebbe presa la legna. Quei poveri pini, circa una ventina di esemplari giganteschi, furono massacrati, seccarono dopo pochi mesi. Così il rimondatore si prese la legna prima e dopo.  
Quando si interviene su un bene pubblico di particolare impatto paesaggistico, non si può affidare ciecamente la decisione ad una singola persona. Va da sé che non è il caso di fare un referendum per ogni panchina pubblica da togliere o da mettere – anche se anche in questo i tecnici di Taurisano hanno dimostrato di non avere le idee molto chiare – ma quando si tratta di modificare il paesaggio urbano, che appartiene a tutti, quanto meno andrebbe interpellata una commissione creata ad hoc – che però non si vuole creare! – tra cittadini di una certa cultura e di una certa sensibilità. Ciò, lungi dal costituire uno strappo alla democrazia, sarebbe un suo rafforzamento. Se lasciamo che un architetto, più che affezionato ai paesaggi urbani surreali di De Chirico, ragionando de chirica sua, butti giù la Chiesa della Madonna della Strada per favorire la viabilità o tolga la fontana monumentale perché gli appare brutta o ricorda un certo passato, allora i cittadini legittimamente possono difendere dall’ennesimo prepotente di turno ciò che appartiene a tutti. Dispiace constatare che una giunta municipale composta da assessori giovani e motivati, in materia hanno dimostrato una sovrana indifferenza. Quel che è accaduto con Piazza Castello ne è la prova.  

Politica e Amministrazione

Due anni di Amministrazione Di Seclì
Messaggio del Sindaco

A due anni esatti dal mio insediamento a Sindaco di Taurisano, sento il dovere di ringraziare i cittadini tutti per l’attestazione di solidarietà e di fiducia che dimostrano nell’istituzione Comune, pur nelle vicissitudini che in questi due anni hanno caratterizzato non sempre in maniera del tutto soddisfacente l’andamento dell’Amministrazione Comunale. Le lungaggini dei lavori in piazza Castello hanno causato non pochi disagi alla cittadinanza, soprattutto per quanto riguarda la questione parcheggi, e di ciò chiediamo ancora una volta scusa. Le difficoltà e gli imprevisti sono stati tanti. Man mano che si è andati avanti nei lavori. si sono presentate nuove situazioni che hanno richiesto attenzione e prudenza nel proseguire l’opera. E’ proprio vero che “Se il Signore non costruisce la città, invano si affaticano i costruttori.”   Posso però dire con soddisfazione che i lavori sono quasi del tutto ultimati e che a breve  piazza Castello, cuore pulsante e vitale della vita civile, sociale e politica della nostra città  tornerà ad essere a disposizione dei cittadini.  
L’ulteriore perdurare e l’aggravarsi degli effetti negativi della congiuntura economica hanno costretto il Comune a rigorose politiche di contrazione della spesa, a individuare priorità di intervento e necessariamente a sacrificare sostegni in quei settori meno rilevanti ma pur necessari per mantenere coesi e vitali la comunità e il territorio. L’emergenza del lavoro e quella della casa sono le questioni che più di altre potranno creare ulteriore emarginazione e povertà e su di esse dovremo concentrare il nostro lavoro.
L’inerzia governativa, la pochezza dei mezzi a nostra disposizione e la progressiva perdita di autonomia decisionale che le leggi di bilancio hanno introdotto, ci consentono margini di incisività strettissimi, frustrando le legittime aspettative dei cittadini  e la capacità degli amministratori, che pure, posso assicurare, essere oltremodo solerti nei loro vari settori di intervento. Il Governo continua a non tenere in minima considerazione le esigenze e le specificità delle autonomie locali e considera il federalismo la panacea di tutti i mali. Nell’idea di federalismo municipale che sta prendendo forma sono solo indicate le possibili fonti di entrata ma le modalità di attribuzione e l’entità dei flussi finanziari restano da definire e comunque non appaiono tali da poter garantire la necessaria stabilità dei bilanci, condizione questa essenziale per qualsiasi pianificazione. Per il 2013 nulla è dato sapere ed è facile immaginare che i prossimi 3 anni saranno anni di grande confusione per la finanza locale e i disagi per i dipendenti della pubblica amministrazione e cittadini saranno significativi e inevitabili.
Mi auguro che il nuovo governo faccia uscire le amministrazioni locali da questa situazione di limbo: indicazioni più precise sulla destinazione delle risorse, meno incertezza di indirizzo, maggiore  rapidità nella realizzazione delle decisioni prese.
In un quadro così difficile ed instabile solo il confronto pacifico sui problemi e la solidarietà tra i membri della comunità locale, oltre che quella a livello nazionale ed internazionale potrà farci intravedere un futuro migliore.
Concludendo questa esposizione sul secondo anno di mandato mi preme ringraziare tutti coloro che hanno collaborato insieme in questo anno: i dipendenti dell’ente, in numero ormai molto ridotto rispetto ad altre realtà similari e tuttavia obbligati a dare risposte certe ed immediate alla cittadinanza, i Consiglieri di opposizione e di maggioranza, i componenti della Giunta insieme alle loro famiglie, anch’esse coinvolte nell’attività dei loro famigliari e da ultimo i tanti cittadini e cittadine che ci hanno aiutato e incoraggiato nel nostro lavoro. A tutti un sentito grazie.

                                                                                                                                             Il Sindaco
Lucio Di Seclì

Bacheca Pubblica

Il Caffè Italia tra le prime 30 pasticcerie-gelaterie della Puglia
Un’agenzia specializzata, la “Yes” ha stilato una graduatoria nazionale

Accade, se vogliamo, periodicamente che nel Caffè Italia nelle vetrine della pasticceria e della gelateria, facciano bella mostra di sé prodotti nuovi, che incuriosiscono perfino gli avventori di più antica data, cui vien sempre la voglia di assaggiare. Lo avranno fatto sicuramente gli esperti della “Yes”, l’agenzia di advertising (pubblicità commerciale) di Seregno (Milano), che ha effettuato una ricognizione in tutta Italia per segnalare in una pubblicazione che sarà distribuita dal “Corriere della Sera” le pasticcerie e le gelaterie più importanti e affidabili per genuinità, fantasia, gusto e preparazione del prodotto. Il Caffè Italia di Massimo Protopapa è tra i primi trenta della Puglia. Un riconoscimento lusinghiero, che invita il titolare ad insistere nella tradizione ereditata dal padre e dal nonno, pasticceri e gelatieri da più di ottant’anni. Massimo peraltro si aggiorna costantemente, andando a visitare mostre e fiere del dolce, che si svolgono ogni anno in tutta Italia.
Specialità della casa è la “conchiglia”, un dolce a strati: alla base il croccante, poi uno strato di cioccolata, quindi le due valve di pasta sfoglia riempite di crema chantilly.

Luigi Preite Maestro del Lavoro
Insignito dell’onorificenza il 1° maggio a Bari

1° Maggio importante per Luigi Preite di Taurisano. A Bari, nella sala di Ingegneria del Politecnico, è stato insignito dell’onorificenza di “Maestro del Lavoro” del Presidente della Repubblica. Il Premio è giunto per il lungo periodo di servizio presso il Calzaturificio Filanto di Casarano, dove il Preite si è distinto per professionalità e attaccamento al lavoro.
Alla cerimonia, presieduta dal Prefetto di Bari Mario Tafaro, hanno partecipato il Prefetto di Lecce Giuliana Perrotta, il Presidente del Consiglio Regionale Onofrio Introna, il Presidente della Provincia di Bari Francesco Schittulli. Nel corso della cerimonia sono state consegnate 64 stelle al merito per le sei  provincie pugliesi, con targa del Presidente della Repubblica.
Il Sindaco di Taurisano Lucio Di Seclì, presente con una delegazione, ha detto che “la comunità taurisanese è orgogliosa di festeggiare Luigi Preite, un professionista, che, con spirito di sacrificio e dedizione esemplare, si è speso nel mondo del lavoro, raggiungendo un traguardo che è esempio per le giovani generazioni di lavoratori”.
L’Assessore William Maruccia ha sottolineato che “il dott. Luigi Preite con questo riconoscimento dà lustro al nostro comune, un territorio che ha tutti i presupposti per poter emergere”. L’Amministrazione comunale intende consegnare una targa ricordo al neo Maestro del Lavoro e informare convenientemente la cittadinanza.

Devozione e letteratura popolare
Il cavaliermercante di Luigi Di Seclì

Lo ha chiamato “Poema (in deche)” con la sua originalità evocativa, linguistica e figurativa. L’autore ambisce ad inventore della “deca”, una strofa di dieci versi sciolti e di diversa misura, assolutamente privi di ritmo, coi primi due e gli ultimi due versi che hanno rima baciata, la più popolare delle rime.
Il cavaliermercante di Luigi Di Seclì (Taurisano, Centro Stampa, 2013) è qualcosa che evoca i cantàri medievali o i cantastorie che si aggiravano nelle nostre contrade fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. La storia rimanda all’XI secolo e narra la vicenda di Everardo De Nardi, mercante, che, secondo la leggenda sulla via per la Madonna di Leuca (de finibus terrae), dopo varie peripezie giunge all’ingresso di un bosco, attuale Taurisano, dove oggi sorge la cappella della Madonna della Strada. Qui fu assalito dai briganti. Rivoltosi alla Vergine fu salvato dalla sua apparizione, che mise in fuga i malfattori. Per riconoscenza fece costruire una cappella e in dono alla Madonna offrì un cordone di oro lungo per cingere la cappella. E’ la versione devozionale e popolare.
Il poema è suddiviso in sei “canterellate” di diverso numero di strofe ciascuna, per un totale di 244 strofe, 2.440 versi. In alcun modo esse sono delle unità narrative. Il racconto prosegue secondo il suo filo senza tener conto di strutturazione alcuna. L’autore lo ha suddiviso in dieci “versi” con l’unico espediente delle due rime baciate in apertura e in chiusura di deca. Il volumetto è riccamente illustrato da disegni dello stesso autore, che accompagnano il racconto scritto con figure dai tratti grafici molto approssimativi e naïf.
L’autore conferma con questa singolare opera la sua creatività, la sua tenuta narrativa, ma anche la sua ingenuità letteraria. La lingua è il suo solito idioletto, con parole inventate o assemblate.  

Furto al “Carducci”
La comunità scolastica risponde con la “Festa della Musica” del 18 maggio

Alla scuola Elementare “Carducci” ignoti hanno forzato uno scaffale blindato e hanno portato via i soldi raccolti per il viaggio di istruzione dei ragazzi, circa 9.300,00 Euro. La Comunità scolastica non si è persa d’animo e ha subito organizzato una manifestazione, la “Festa della Musica”, finalizzata alla raccolta di fondi per la scuola. “Certi che la Musica possa essere una risposta di civiltà a gesti di grave inciviltà” ha detto il violinista Vittorio Ciurlia, figlio dell’insegnante in pensione Stefanino, tra i collaboratori della manifestazione.
Organizzata dall’Istituto Comprensivo Polo 2 col patrocinio del Comune di Taurisano e in collaborazione delle associazioni “Flauto Magico”, “Movimento Giovani Taurisanesi”, “Virtus Taurisano”, la serata si è svolta sabato, 18 maggio, in Piazza Mercato, ed è stata condotta da Ivan Bonetti, con grande concorso di pubblico.

Ricordando Luigi Crudo


Sabato, 25 maggio, alle ore 18,30, presso Casa Vanini, manifestazione in ricordo di Luigi Crudo. Interventi di Marcella Leopizzi sul tema Luigi Crudo studioso vaniniano; di Giuseppe Caramuscio su Memoria comunitaria e pietas famigliare: la continuità del ricordo (2007-2013); di Francesco De Paola sul tema Zigzagando nel ‘500 di Terra d’Otranto

lunedì 15 aprile 2013


Presenza Taurisanese, a. XXXI, n. 4 / Aprile 2013

Taurisano sott’occhio

Luana Calogero replica agli attacchi del segretario Pd
“Fin dall’inizio mi sono dichiarata di altra area politica. Mai avuto tessera del Pd”

Gent.mo direttore,
preciso innanzitutto che non è mia intenzione polemizzare né con Lei né con il segretario del Pd, ma, dopo l’articolo a Sua firma, pubblicato sul numero di marzo, qualche puntualizzazione va fatta, soprattutto, anche per la stima che nutro nei Suoi confronti, per fornire ai Suoi lettori una informazione più corretta possibile.
È inutile dirLe che nel leggere l’articolo “Conversazione col segretario Claudio Leuzzi – Il Pd chiede la verifica di maggioranza: Risultati elettorali, caso Calogero e congresso”, sono rimasta molto sorpresa per due ragioni: la prima, perché non sono stata contattata per avere l’opportunità di dire la mia; e la seconda, per le esternazioni alquanto fantomatiche del segretario del Pd. Tant’è che una domanda mi sorge spontanea: ma il segretario del Pd dove è vissuto negli ultimi due anni? 
In primis, vorrei precisare che già nel mio intervento di insediamento dell’attuale amministrazione del 4 giugno 2011 fui molto  chiara, leale ed onesta, proprio nei  confronti del Pd e di tutta la coalizione. Fin da subito, infatti, resi pubblica la mia carta di identità politica. Per ulteriore chiarezza e nel caso in cui il segretario del Pd non fosse stato presente durante l’insediamento e non si fosse letto gli atti, riporto in breve i passaggi più importanti della mia  dichiarazione lasciando ai Suoi lettori ogni commento:

….Infine, una puntualizzazione di carattere politico per me molto importante. Mi sono candidata in “Uniti per Taurisano”, una lista civica, condividendone il programma di rilancio del paese e credendo fortemente nel gruppo che ha promosso la lista e nella persona di Lucio Di Seclì, che insieme abbiamo scelto come nostro capolista e punto di riferimento…..”. Inoltre, “…. Non è incoerente con questa posizione la mia collocazione politica generale in una area che non coincide con quella nettamente prevalente in questa nostra compagine, che è indubitabilmente di centro-sinistra. Credo anzi che essa possa rafforzare questa maggioranza, allargandone l’area di consenso, rappresentando cioè quella parte consistente dell’elettorato taurisanese di centro-destra, che, per ragioni note, non era rappresentata nelle ultime elezioni. Ed ancora, “….Nulla comunque farò mai che possa contraddire i nostri comuni impegni assunti con l’elettorato. Al contrario proverò a sostenere anche grazie a questa mia diversa collocazione a livello provinciale, regionale e nazionale, perché Taurisano possa avere oltre i suoi confini soltanto e ovunque amici su cui contare.
….in questa iniziale fase politico-amministrativa, starò in Consiglio Comunale come indipendente, ferma restando la mia totale fiducia nel Sindaco e la mia convinta adesione agli indirizzi programmatici della maggioranza e della Giunta, ai quali lealmente mi atterrò rispettandone i doverosi vincoli….”
In secondo luogo, con riferimento al mio tesseramento nel Pd, vorrei precisare, sempre per maggiore chiarezza, di non essere mai stata in possesso di una tessera di partito.
Motivo per cui non mi spiego questo attacco – del tutto ingiustificato – da parte del segretario del Pd.
Sarà forse finalizzato a trovare un pretesto per qualcosa che poi in realtà nasconde altre verità o motivazioni?
E mi spiego meglio!
Se il Pd vuole aprire una crisi politica all’interno di questa maggioranza, avrebbe a mio avviso facoltà di farlo, ma dovrebbe anche avere il coraggio di dirlo chiaramente, assumendosene le proprie responsabilità. Personalmente, non permetto a nessuno che venga usata la mia persona come capro espiatorio.
Aggiungo inoltre che a questo punto devo pensare che la mia candidatura nella lista civica “Uniti per Taurisano”  sia stata voluta dal Pd, solo per una strategia politica,  mentre per me aveva avuto sin dall’inizio tutt’altra valenza e cioè quella di dare il mio contributo fattivo a Taurisano. Proprio per questo motivo ho sempre cercato, di avere contatti politici oltre i confini taurisanesi a livello provinciale, regionale e nazionale. Contatti, che servono per risolvere non i miei problemi, ma quelli della nostra comunità. Questo fino ad ora, mi è stato possibile, anche grazie a qualche esponente del centro-destra locale. Nell’esecuzione del mio mandato ho cercato in tutti i modi leciti di ottenere tutti i vantaggi istituzionali che ci spettavano per il bene della comunità, arrivando persino a muovermi con l’automobile personale per gli incontri di carattere istituzionale presso la Regione o la Provincia.
Pertanto, pur cercando di farmi un attento esame di coscienza, non riesco a spiegarmi il motivo di tale ingiustificato attacco politico nei miei confronti.
Credo, caro direttore, con queste poche righe di aver detto tutto. 
Cordiali saluti
                                                                                Luana Calogero


Il caso Luana Calogero
L’intervento del Sindaco Lucio Di Seclì

Taurisano, 8 aprile 2013

Nella prima intervista rilasciata a “Presenza” dopo l’elezione a Sindaco, Lei, carissimo Direttore, dopo aver affermato che la mia elezione era stata indubbiamente facilitata dall’esclusione della lista del centrodestra, mi chiese “se avessi mai pensato di chiamare in Giunta., per una sorta di riequilibrio, un  rappresentante di quell’area come assessore esterno”. Io risposi che  ci avevo seriamente pensato non appena si ebbe la certezza che non c’era una lista di centrodestra, ma che, tuttavia, dopo aver svolto qualche tentativo non ero riuscito a dare un volto a nessuno che provenisse dall’area esclusa dalle elezioni. Le dissi pure che, parlando con qualcuno della mia intenzione, devo essergli apparso come un marziano capitato per caso nel nostro paese.
Questo era il clima di estrema contrapposizione  allora e nulla sembra essere cambiato ora, anche se,  le dichiarazioni rese  in Consiglio dall’Assessore Calogero sembrava fossero state, dopo una prima fase di sbandamento, “assorbite” dal resto della maggioranza. La Calogero, nella sua iniziale dichiarazione diceva :” mi sono candidata in Uniti per Taurisano,  una lista civica…(sic) anche se con una prevalente presenza di centrosinistra…, condividendone il programma di rilancio del paese e credendo fortemente nel gruppo che ha promosso la lista e nella persona di Lucio Di Seclì, che insieme abbiamo scelto come nostro capolista e riferimento”.  L’aver affermato di far parte di una lista civica non è mai stata contestata alla Calogero, se non qualche tempo fa e precisamente dopo le recenti elezioni politiche. D’altro canto, è noto che per essere inserita nella lista Uniti per Taurisano ella era stata praticamente “prelevata” da tutt’altro schieramento,  sebbene tuttora lei afferma di non aver aderito ad alcun partito e di essere indipendente.
Per quanto mi riguarda e per quanto riguarda l’andamento della Giunta non intravedo alcuna incoerenza nella posizione assunta dall’Assessore Calogero, che è rimasta a far parte del gruppo misto come indipendente e continua il suo lavoro di assessore con entusiasmo e con una sensibilità ed una passione veramente esemplari, specie verso le  fasce deboli della popolazione. Se qualcuno ha intravisto in ciò una anomalia tanto da pensare ad un rimpasto della Giunta o addirittura ad una interruzione della legislatura, spero sia in grado di spiegare quali ragioni sono alla base di queste considerazioni, tanto più, che come si diceva prima, la signora Calogero non appartiene, sino ad ora, a nessun altro partito.
La mia personale impressione è che nella maggioranza stiano riaffiorando quegli stessi malumori ed  incertezze mai sopiti dopo la formazione dell’attuale Giunta che opera ormai da quasi due anni e certamente in un contesto che mai si è verificato prima per l’incertezza, la confusione e la drammatica crisi che ha sconvolto l’universo amministrativo in questi ultimi tempi. 

Lucio Di Seclì
Sindaco di Taurisano

Politica a Taurisano
Gabellone tenta di rimettere insieme il Pdl.
Anche il Pd guarda al congresso

Che il centrodestra, nella fattispecie il Pdl che ne costituisce l’asse portante, dovesse tentare un approccio riorganizzativo dopo la fallimentare esperienza di due anni fa con l’esclusione della lista alle elezioni amministrative del 2011 per difetto di forma, era nell’aria. I cittadini chiedevano ragione del silenzio, dopo aver digerito in qualche modo la figuraccia dell’esclusione. Ha ripreso le redini in mano il vecchio gruppo dirigente, che comprende i tre consiglieri comunali della precedente consigliatura, Mario Manco, Bruno Scarlino, Gianni Liuzzi e altri, fra cui Raffaele Stasi, Antonio Cappilli e Marco Rizzello. Un gruppo affiatato, che sembra aver superato le storiche distinzioni dei tempi di Forza Italia e Alleanza Nazionale e che nel tesseramento del 2011, l’ultimo che c’è stato, a Taurisano era riuscito a fare circa 180 tesserati. “C’è voglia di riprendere il cammino interrotto – dice Mario Manco – lo richiede il partito e il Paese”.
Su invito di questo gruppo è venuto a Taurisano giovedì sera, 4 aprile, il Coordinatore Provinciale Dr. Antonio Gabellone, Presidente della Provincia, che si è incontrato nella sede di Piazza Castello con vecchi dirigenti e tesserati.
“L’incontro – ha detto Mario Manco – è stato chiarificatore. Gli abbiamo spiegato le nostre ragioni su quanto è accaduto due anni fa, gli abbiamo fatto presente che chi s’impegna per anni in tutte le sedi merita rispetto e che le cose accadute due anni fa non devono più verificarsi”.
Insomma i postumi di quell’esperienza bruciano ancora, ma c’è voglia di buttarsi tutto alle spalle e guardare avanti. E’ pur certo, però, che ci sono situazioni da chiarire in riferimento a presenze nel centrodestra che andrebbero definite borderline, per non dire altro.
Gabellone ha assicurato che sentirà tutte le altre voci interessate, evidentemente anche quelle non presenti all’incontro, e che quanto prima ci saranno i congressi in ogni comune. Situazioni come quella di Taurisano sono diffuse in tutta la provincia. Bisogna fare chiarezza. L’ideale è che si arrivi ad una lista unitaria, se non è possibile ci sarà il confronto fra più liste e gli esiti dovranno essere rispettati. Chi non ci sta, è fuori.
Anche nel Pd c’è aria di congresso. Venerdì, 5 aprile, c’è stata un’assemblea, nel corso della quale il segretario Claudio Leuzzi ha fatto il punto. Il Pd, avendo vinto le elezioni con una lista civica, ha la maggioranza in Consiglio e in Giunta. Anche gli indipendenti, ad eccezione di Luana Calogero, sono entrati nel partito. Ma, pur in una apparente quiete amministrativa, il partito non riesce a dare all’Amministrazione un indirizzo preciso. Il Sindaco è estraneo al Pd, mentre Luana Calogero rivendica la sua indipendenza. Insomma se si dovesse mettere una bandiera sull’Amministrazione non si potrebbe mettere quella del Pd. Di tanto si avverte il malumore soffocato degli altri. Si dice: le cose non vanno molto bene, ma non c’è un motivo forte per mettere in crisi l’Amministrazione. Altri potrebbero fare commenti negativi su questa situazione, io penso che far cadere un’amministrazione è sempre un trauma da evitare. Ci saranno pure motivi meno nobili negli assessori, che devono battere una sorta di bandiera panamense, ma cogliere l’aspetto del loro senso di responsabilità è importante. In fondo il dolce del fare incetta di candidati pieni di voti si paga con l’amaro della loro indipendenza e riottosità. E’ storia che si ripete.

*

domenica 10 marzo 2013

Conversazione con Claudio Leuzzi


Da "Presenza Taurisanese", Anno XXXI, N. 3 - Marzo 2013

Il Pd chiede la verifica di maggioranza
Risultati elettorali, caso Calogero e congressi di partito

D. Tra pochi mesi l’attuale maggioranza raggiunge due anni di vita. Ci sono stati momenti di frizione fin dall’insediamento, per via che il Sindaco Di Seclì non volle sottostare alle logiche di partito. Legge alla mano, disse: gli assessori li scelgo io. E così fece.

R. Il Pd è abbastanza soddisfatto dell’azione fin qui portata avanti dai propri tre assessori. Peraltro lo spazio riservato loro da “Presenza” gli ha dato la possibilità di sottolineare gli obiettivi raggiunti che, mi auguro, siano stati apprezzati anche dai cittadini. Certo potevano, come tutto l’esecutivo, fare di più, anche perché è ormai da tempo superata quella fase iniziale del loro mandato in cui l’inesperienza veniva assunta come scusante per giustificare ritardi e scarso coordinamento.

D. Se siete così soddisfatti, perché allora avete fatto richiesta di verifica della maggioranza?

R. Il partito ha chiesto la verifica della maggioranza, che – preciso – ha una valenza esclusivamente politica, perché riteniamo che l’attuale quadro amministrativo in generale e dell’esecutivo in particolare non sia più quello con cui siamo partiti. Mi riferisco naturalmente alla possibilità che i tre consiglieri che nel 2011 hanno dato vita al gruppo misto – Calogero, Maruccia e Pizzi – adesso siano molto meno “indipendenti” di allora e, quindi, possano essere pronti ad entrare in un partito. Peraltro è ormai certa l’ufficializzazione dell’appartenenza – magari anche senza un’adesione formale – dell’assessore Calogero a un tipo di coalizione che certo non si può definire di centro sinistra, la qualcosa porterà certamente a novità sotto il profilo politico.

D. Ma la sua posizione non vi era chiara sin dal momento della candidatura?

R. In quel momento Luana Calogero ha rivendicato la sua autonomia dichiarandosi indipendente, come peraltro molti fanno in fase di formazione delle liste. Dopo qualche mese, poi, ci si augura che si accasino con un partito. Non dimentichiamo, poi, che la Calogero è stata tesserata nel 2009
nel PD e che nel 2012 ha anche sottoscritto il manifesto “Italia bene comune” nelle primarie del Centro Sinistra. Erano molteplici, a mio avviso, gli elementi che potessero farla considerare all’interno del quadro politico con il quale la nostra lista si è presentata alle elezioni del 2011. Alla fine non è andata così e ci aspettiamo che sia lei, per prima, ad assumere atti consequenziali.

D. Come spieghi il calo del Pd a Taurisano alle Elezioni del 24-25 febbraio?
 .
R. Diciamo che la poca chiarezza su quello che è il centro sinistra a Taurisano possa avere anche inciso. Purtroppo il risultato di Taurisano è in linea con quello provinciale e regionale. Sono tanti i motivi che hanno determinato questo risultato. Tra questi, probabilmente, anche il fatto di
non avere marcato al meglio l’appartenenza politica di diversi componenti dell’amministrazione. Questo ci porterà a dover chiedere ad ognuno di specificare meglio, passatemi il gergo, “con chi corri”.  Ed è un segno di responsabilità politica che dobbiamo anche agli altri partiti di sinistra
presenti in Consiglio Comunale nei banchi dell’opposizione, con i quali abbiamo condiviso molti momenti in questi ultimi tempi, dalle primarie in poi. Per quanto riguarda, poi più nello specifico la vita interna del Partito Democratico, fra pochissime settimane si aprirà la stagione dei
congressi che porterà ad ogni livello territoriale all’elezione dei nuovi quadri dirigenti. Mi auguro che il cambiamento arrivi massiccio e, pertanto, invito i giovani ad aderire perché da segretario politico del Circolo di Taurisano posso tranquillamente garantire – come raramente si sente dire in queste circostanze - avanti c’è posto!

D. Il “con chi corri” riguarda anche il Sindaco?

R. Come hai rilevato nella prima domanda, il sindaco ha sempre rivendicato una forma di autonomia dalle regole con cui i partiti sono storicamente abituati a ragionare. Benché abbia sottoscritto anche lui il patto “Italia bene comune” e, pertanto, abbia formalmente accettato il centro sinistra, non credo aderirà mai ad un partito specifico. Complessivamente penso che continui a guardare ai partiti come ad una gabbia con la quale si cerchi di irretirlo, anziché ad una risorsa che lo protegge e con la quale dare slancio, in maniera molto più coesa di come è successo finora, all’attività amministrativa.

A cura di Gigi Montonato

Politica a Taurisano. La lezione del voto del 24-25 febbraio


Da "Presenza Taurisanese", anno XXXI - N. 3 - Marzo 2013
  
La candidatura di tre taurisanesi alle elezioni del 24-25 febbraio – Antonio Scarlino con la Scelta Civica di Monti, Ada Alibrando con il Mir di Samorì e Salvatore Rocca con Rivoluzione Civile di Ingroia – tutti e tre alla Camera, costituisce un osservatorio particolare per un’analisi in chiave politica locale nella prospettiva delle future prove elettorali amministrative.
Diciamo subito che in altri tempi i tre candidati avrebbero fatto incetta di voti. Così non è stato nella circostanza. La somma dei voti presi dai tre candidati arriva a 1.712 (26,95 %). Quelli che ha preso Grillo da solo sono 1.433 (22,55 %). Uno scarto di appena 279 voti. Il paese si è spaesanizzato? Così sembrerebbe. In parte così è stato.
Il risultato ci pone di fronte a due dilemmi. Il primo: i tre candidati locali non hanno saputo condurre la campagna elettorale sul territorio o l’elettorato locale ha resistito alle sirene della solidarietà paesana? Il secondo: i voti presi dai partiti tradizionali, Pdl e Pd, sono stati il frutto del lavoro svolto dai dirigenti locali o la resistenza spontanea dell’elettorato di appartenenza? Evidentemente valgono entrambe le ipotesi sia nel primo che nel secondo dilemma. Si tratta comunque di dati che vanno contestualizzati e comparati.
Il Pd ha ottenuto 935 voti alla Camera a fronte dei 2.166 del 2008, perdendo 18,05 punti in percentuale. Il Pdl con 1.568 voti alla Camera, a fronte dei 3.250 del 2008, è calato del 24,5 %.  Questi dati, in buona sostanza, sono in linea con il trend nazionale dei due partiti, che li vede in calo. Ma, mentre il Pd ha una struttura operativa locale di tutto rispetto (sezione, direttivo, gruppo consiliare), il Pdl è privo di qualsiasi organizzazione e tutto è affidato ai singoli rappresentanti. Solo negli ultimi giorni della campagna elettorale sono stati aperti due comitati elettorali del Pdl in due distinti punti del paese, uno in Piazza Castello e l’altro in Piazza Fontana.
Il dato del Pd autorizza a pensare che il calo sia dovuto ad una campagna pro candidato locale Scarlino, non intensissima ma significativa; mentre il calo del Pdl è più fisiologico rapportato al calo nazionale, ma non alla tenuta regionale e qua e là nella provincia, dove il partito ha retto bene alla sfida elettorale.
Lo sforzo fatto dal Pd pro Scarlino – alcuni settori locali del Pd hanno manifestamente fatto propaganda per lui – tendeva a premiare il suo coraggio nel cogliere un’opportunità importante. Se l’esito della lista Monti fosse stato diverso, come in qualche modo si sperava, per Scarlino sarebbe potuta arrivare l’elezione. Insomma, era nelle cose. Questo non è accaduto perché la lista di Monti ha rischiato addirittura di non superare la soglia di sbarramento. Per gli altri due candidati si trattava di un impegno in prospettiva. Escluso che potessero essere eletti.      
Il fenomeno Grillo è sbattuto sulle candidature locali come una palla di bowling travolgendo i birilli. Ad un primo confronto con comuni della stessa dimensione di Taurisano il voto a Grillo ha più o meno la stessa consistenza: 1.761 (27,55 %) a Ugento, 1.425 (29,32 %) a Ruffano, 1.703 (25,66 %) a Taviano. Dunque, l’elettorato si è sintonizzato di più sul dibattito nazionale che non sulle esigenze elettorali locali. Ma è anche vero che i tre candidati locali non hanno saputo o non hanno potuto arrivare all’attenzione degli elettori. I loro partiti erano per la prima volta sulla scena elettorale ed erano privi di strutture e di mezzi di propaganda appropriati.
Quali indicazioni trarre dai risultati elettorali in funzione locale? Le due novità – Antonio Scarlino e Ada Alibrando – erano con due liste debuttanti, che potrebbero pure aver concluso la loro esperienza politica nazionale. L’una e l’altra, infatti, sono uscite per l’occasione delle elezioni anticipate. Non così per i due candidati, i quali invece sembrano voler continuare l’esperienza politica. Antonio Scarlino, imprenditore, commentando i risultati della Lista Monti, ha fatto capire che la sua esperienza politica non è finita. «Per quanto mi riguarda – ha detto al “Quotidiano” del 26 febbraio – questo è il punto di partenza di un progetto  di lungo periodo». Ada Alibrando, avvocatessa giovane e brillante, nella circostanza della presentazione della sua candidatura a Taurisano, disse che la sua avventura politica sarebbe continuata anche dopo. Dunque due soggetti politici nuovi potrebbero impegnarsi di qui a non molto con le prossime scadenze amministrative. Per Taurisano è un segnale positivo. L’altro candidato, Salvatore Rocca, è già sulla scena da diversi anni, benché anche la lista nella quale si è candidato, “Rivoluzione Civile” di Ingroia, fosse al debutto e forse alla fine.
Impossibile fare confronti con le elezioni precedenti, sia con le Politiche del 2008, sia con le Amministrative del 2011. Il quadro politico è decisamente sconvolto. E quanto è accaduto con queste votazioni ha tutta l’aria di non essere qualcosa di passeggero.
Certo, i punti di continuità non mancano. Il Pd è al governo cittadino con esponenti giovani e motivati, i quali vorranno sicuramente continuare l’esperienza senza “grilli” per la testa. Il Pdl o centrodestra che dir si voglia presenta uno scenario piuttosto liquido, che però non è impossibile  raccogliere in un contenitore, magari una lista civica di nuova formazione. Ma qui i “grilli” per la testa potrebbero averli, considerato che il partito non riesce a darsi una struttura solida e quadri dirigenti qualificati e responsabili. Le sinistre potrebbero trovare unità d’intenti e di organizzazione. Ma anch’esse potrebbero avere “grilli” per la testa, non fosse altro che per una sorta di naturale spontanea empatia verso forme politiche tra il protestatario e l’anarcoide. Sarebbe auspicabile che trovassero però unità d’intenti e di organizzazione. Sarebbe anche un contributo di chiarezza.
L’elemento di novità potrebbe essere proprio la tentazione “Grillo”. L’opportunità di cavalcare questo fenomeno troverà sicuramente qualcuno in paese, certo di poter raccogliere il frutto di stagione, a creare di sana pianta il Movimento 5 Stelle. Sempre che anche questo fenomeno non si sgonfi di qui a non molto, in omaggio al detto che quanto più forte piove tanto più prima scampa.   

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mercoledì 30 gennaio 2013

Politica a Taurisano: Ciullo tenta di scuotere il Pd



L’Amministrazione Comunale, uscita dalle Elezioni del 15-16 Maggio di due anni fa, volge al compimento del suo secondo anniversario. Non ci sono state fino a questo momento grandi questioni, forse anche per una sorta di dormienza del paese in tutte le sue categorie politiche, culturali, sociali ed economiche. Non diamo solo la colpa all’Amministrazione, qui manca il paese come sistema. I suoi vari soggetti non hanno interlocutori istituzionali.  Tutto è scollegato. Mancano i partiti. Saremmo ingenerosi se non riconoscessimo che alcuni assessori (Rosafio, Scordella, Damiano) si sono dati e si danno da fare, ma fuori da un disegno organico dell’Amministrazione all’interno della quale operano; i consiglieri di opposizione, se si esclude Salvatore Rocca di Rifondazione comunista, sono pressoché assenti. Il centrodestra, autoesclusosi dalla competizione elettorale, non ha ancora trovato la trebisonda e di fatto non esiste.
Si può andare avanti così? E dove? Il malumore serpeggia e qualche volta abbaia; ma né in un modo né nell’altro è concreto. Il consigliere del Pd, Antonio Ciullo, ha preso formalmente le distanze fin dal 26 ottobre scorso dal gruppo consiliare di maggioranza pur rimanendo nel Pd. Lo ha fatto con una lettera in cui lascia trasparire ulteriori passi di dissenso: “Il sottoscritto – dice – in Consiglio Comunale assumerà decisioni indipendenti rispetto al gruppo di maggioranza. […] E’ fatta salva la propria appartenenza al Partito Democratico, a meno che lo stesso Partito non dovesse assumere ulteriori e differenti determinazioni”. Insomma, sembra voglia dire: io ho fatto la mia mossa, ora aspetto le vostre. Ma, che si sappia, finora non ci sono state mosse di risposta.
Ovvio che non tutto scorre liscio nella maggioranza amministrativa, qualche frizione di tanto in tanto c’è. Se ne avvertono i segnali all’esterno. Ma nessuno s’impunta, sa che piantare grane significa danneggiarsi la carriera politica. In gran parte sono giovani ed è lecito che ognuno nutra belle speranze. Perché devo essere io il piantagrane? Se c’è un’azione comune è un conto; e se no, rimaniamo in attesa. Probabilmente ragionano così.
Questa Amministrazione, allora, andrà avanti per inerzia. Forse anche per calcolo. Fino al 2014 non c’è trippa per gatti. Finiremo in quell’anno di pagare interessi spaventosi in seguito alla rinegoziazione dei mutui fatta dall’Amministrazione Leuzzi con la Cassa Depositi e Prestiti. Ma fino a quella data la situazione del paese subirà ulteriori danni, soprattutto a livello politico.
I due grandi schieramenti dovrebbero riorganizzarsi. Il centrosinistra dovrebbe ritrovare la dignità della sua storia più recente, di quando era un laboratorio politico in linea e addirittura in anticipo sulle scelte nazionali. Il centrodestra dovrebbe riorganizzarsi prima di entrare in coma irreversibile. Se le due componenti, ex An ed ex Forza Italia, non trovano un accordo, si dividano e procedano ognuna per conto proprio fino a quando la situazione non si decanti e si torni ad un’azione comune. Il voto per le Politiche del 24 febbraio prossimo può aiutare in questo senso. Non solo perché si è fatto chiarezza nelle liste, tornate ad essere diverse, ma soprattutto nel processo avviato di fare largo a nuovi soggetti, senza per questo abbandonare la partita. Si può e si deve andare avanti insieme: giovani ed anziani, gli uni con l’entusiasmo e la legittima ambizione, gli altri con l’esperienza e la consapevolezza di avere ancora un ruolo importante. 
Un pensiero, in chiusura, al Sindaco Lucio Di Seclì.  Ha detto fin dall’inizio che non prende ordini da un partito che non è il suo. Encomiabile prova di indipendenza; ma completi la prova dicendo qual è il suo partito. Perché uno, non può non averlo. E se lo dice, tanto di guadagnato per tutti. Almeno sanno tutti con chi prendersela.

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