sabato 11 giugno 2011

Straordinario parto trigemino del Pd: Sindaco, maggioranza e opposizione

Dovevano essere “Uniti per Taurisano”. Forse la facilità con cui hanno vinto le elezioni amministrative del 15-16 maggio per l’esclusione della lista avversaria di centrodestra li ha disuniti, fino a trasformarli in una “armata brancaleone”.
A dirlo non sono gli avversari, che non ci sono, ma gli stessi protagonisti dell’incredibile avventura politico-amministrativa nella terra di Vanini, famoso giocoliere di credenze e miscredenze.
In un foglietto “Pratica Democratica” probabilmente è Claudio Leuzzi, segretario del locale Pd, che denuncia senza neppure giri di parole il pasticcio del suo partito. Il Pd, infatti, non solo ha partorito il sindaco, ma anche la maggioranza e perfino l’opposizione.
Dopo quanto avvenuto nella prima seduta del Consiglio Comunale il 4 giugno scorso, il foglio di partito denuncia:
«è stato obiettivamente difficile comprendere che differenza esiste tra una maggioranza, per giunta forte di un gruppo consiliare del P.D. di otto elementi, e l’armata Brancaleone. Si è avuta, infatti, subito la conferma di un dato noto a tutti e cioè che una cosa è spopolare a livello elettorale, un’altra è saper amministrare, un’altra ancora è essere un buon politico. Raramente le tre caratteristiche si incarnano in una sola persona e questo, sabato scorso, si è letto subito».
Ma con chi ce l’ha il foglio del Pd? Con un sindaco avversario? No, col suo sindaco, ossia con Lucio Di Seclì.
Cos’è accaduto di tanto stravagante? Prendiamo le stesse parole di “Pratica Democratica”:

  1. «Com’è possibile non essere riusciti a trovare un capogruppo unico per tutto il gruppo di maggioranza come succede ormai da diverse legislature?»;
  2. «Com’è possibile aver consentito ad una neo assessore di dichiararsi oltre che indipendente (cosa peraltro legittima se una persona non ha la tessera di alcun partito) addirittura interprete delle istanze dell’area di centro destra?»;
  3. «Come è stato possibile che, nonostante le indicazioni di voto concordate, per l’elezione della commissione elettorale un componente di maggioranza raggiunga sette preferenze e l’altro solo tre?»;
  4. «e, addirittura, un consigliere di maggioranza voti, per scherzo, per uno dell’opposizione?».

Sembra che, per rimanere nella metafora del parto trigemino, il Pd sia stato vittima di uno stupro da parte di un ubriaco.
La situazione, scherzi a parte, è grave. E’ di tutta evidenza che la Giunta Di Seclì, appena varata, vacilla. C’è un sindaco che non gode della fiducia della sua lista e nel gruppo ci sono delle diversificazioni. Nello stesso articolo di “Pratica Democratica” si annuncia la nascita di un gruppo consiliare del Pd con a capo Luigi Guidano, il “grande” emarginato. Cosicché lo scenario potrebbe essere questo: un gruppo Pd, con a capo Guidano, che si era rifiutato di fare il capogruppo unico; un indipendente di “Area Socialista”, l’assessore William Maruccia; una indipendente di destra, l’assessore Luana Calogero.

Il paese ha bisogno di sapere

Claudio Leuzzi, nella sua qualità di segretario politico della componente più numerosa e qualificante della lista, piuttosto che fare due parti in commedia, dovrebbe rispondere ai seguenti quesiti:

  1. Chi ha scelto il candidato sindaco Lucio Di Seclì, sapendolo uomo non di centrosinistra, e con quali accordi;
  2. Chi ha reclutato i candidati della lista “Uniti per Taurisano” e con quali intese;
  3. Con quali criteri sono stati inseriti in lista elementi provenienti da altre liste in corso di formazione, come “Progetto Comune” di centrodestra, poi esclusa, e “Taurisano rinasce”. E’ notorio, infatti, che William Maruccia e Sonia Santoro erano per candidarsi nella lista “Taurisano rinasce” e Luana Calogero nella lista “Progetto Comune”, in un festival del trasformismo;
  4. Per quali ragioni il sindaco eletto non ha inteso subire i suggerimenti e/o imposizioni del Pd in materia di scelta di vice-sindaco ed assessori;
  5. Quali sono le prospettive di un’Amministrazione che parte non con un piede sbagliato ma con entrambi fuori posto.

Non si tratta di entrare in polemica con nessuno, ma di dare al paese delle spiegazioni, a mio avviso, “dovute”. Forse è stata carente la discussione prima e durante la gestazione della Giunta; ma ora è il momento di parlar chiaro.

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