sabato 15 marzo 2025

Casa Vanini, Sala "Nowicki"

Succede a Taurisano. Sembra un’ostinazione (dal latino obstinare = stare contro, resistere). Si continua ad omettere che a Casa Vanini le riunioni e gli eventi si svolgono nella Sala “Nowicki”. Non mi pare che le tipografie si paghino tanto a parola, sarebbe comprensibile ridurre il testo all’essenziale per risparmio. E, allora, perché? Forse è inopportuno chiedere la ragione delle cose. Chi vede, vede; e chi non vede, non vede! Potremmo metterla così, e amen. Ma noi non siamo meno ostinati. Alcuni anni fa posi lo stesso problema suggerendo agli addetti comunali alla concessione della sala di pretendere che venisse specificato il luogo, all’interno di Casa Vanini, dove si sarebbe svolta la manifestazione. Niente! Tutti si limitano a dire Casa Vanini. Ma è una questione così importante? Non sembra superfluo star lì a specificare quando tutti sanno dove è Casa Vanini e la sala in cui si svolgono gli eventi? A volte, si dirà, si vuol proprio fare gli spaccacapelli per niente. Non siamo d’accordo. Allo stesso modo si potrebbe dire Biblioteca Comunale e omettere Antonio Corsano; Scuola Media e omettere Don Tonino Bello. E così per tanti altri edifici pubblici e privati. Le intitolazioni, per le quali c’è una legge ben precisa dello Stato, si fanno per essere rispettate, per essere onorate. Diventano occasione per programmare tutta una cerimonia, con tanto di relatori che ricordano il personaggio intitolatario e la sua importanza. Andrzej Nowicki è stato un arricchimento per Taurisano e la sua cultura. Ovvio che qui non si parla di olio, di vino o di grano, si parla di cultura, che come ognun sa non si mangia e non fa mangiare: “litterae non dant panem”. Quando la generazione che lo ha conosciuto e con lui ha collaborato si estinguerà per dato naturale nessuno più saprà chi è stato questo “Carneade” dal nome e cognome così strani e magari si chiederà: non c’era nessun altro? Le intitolazioni hanno un senso. L’intitolazione della sala al Filosofo polacco, che peraltro è cittadino onorario di Taurisano, fu voluta dall’Amministrazione di Lucio Di Seclì, Assessore alla Cultura Claudio Scordella su suggerimento del sottoscritto. Andrzej Nowicki è una delle personalità più importanti nel panorama culturale cittadino. I suoi studi su Vanini hanno fatto conoscere Taurisano in tutto il mondo, hanno messo le ali perfino a studiosi che mal si trascinavano carponi e che dovrebbero essere riconoscenti in persona e in paese. Questo accanimento ad ignorarlo non è da “cristiani”. Non trova giustificazione alcuna se non nella sciatteria tipica di questa epoca di analfabeti pervicaci, che si ostinano a rifiutare i benefici della cultura come dei malati che rifiutano i farmaci. Salvo che col loro rifiuto non vogliano esprimere tacitamente la loro avversione all’ex sindaco Lucio Di Seclì, all’ex assessore Claudio Scordella e al niente affatto ex che è il sottoscritto. Non è peregrino pensarlo. Taurisano è un paese straordinario nella sua mostruosa e inconfessata perfidia. E siccome tutto si tiene, a pensarci, la questione va oltre la citazione del nome “Nowicki”, ma a tutta una serie di volute negligenze. Non si capisce perché non si provvede a mettere nella sala un ritratto di Nowicki, in modo che ognuno sappia che è esistito un signore che tanto ha dato a Taurisano in termini di prestigio senza essere di Taurisano. Non si capisce perché non si fa conoscere in cornice la motivazione della cittadinanza onoraria a Nowicki dettata da Antonio Corsano, altro insigne cittadino di Taurisano. Ecco, in poche righe, abbiamo citato tante persone e tanti fatti. La cultura è questa, signori. Chi non la considera non fa né peccato né reato, non va a letto a digiuno; fa qualcosa di peggio: non fa niente. Buon per lui che non lo sa.

mercoledì 19 febbraio 2025

Le fioriere Michelin

Chi a Taurisano scende in Piazza Castello, provenendo da Via Roma, s’imbatte in cinque fioriere nere che sulla destra delimitano un’area libera. Si tratta di oggetti strani, richiamano l’omino della pubblicità Michelin, ossia una serie di pneumatici uno sull’altro. Intorno ci sono altre fioriere di colore e forma completamente diversi. Io il responsabile di simile orribile trovata lo condannerei, per la legge del contrappasso, a farsi un giro del paese a piedi così addobbato: una giacca bianca con una manica gialla ed un’altra nera, col colletto verde e coi risvolti uno marrò e l’altro grigio su una camicia a quadri larghi e due pantaloni uno rosa e l’altro bordeau con due toppe all’altezza dei ginocchi di color nero seppia. Il soggetto, dotato di megafono, dovrebbe ripetere: il vestito me lo ha suggerito la migliore sartoria d’Italia. La legge del contrappasso, come sa chi ha letto la Divina Commedia, regola il rapporto tra colpa e pena. Ho sentito dire – parlo per sentito dire! – che quegli orrendi bidoni Michelin li avrebbe suggeriti la Soprintendenza. Ma la Soprintendenza – se è vero che è stata lei a suggerirli – sapeva che in zona c’erano già altre fioriere? E poi che significa “suggerire”? La Soprintendenza può esprimere criteri, non indicare prodotti. Quell’area, così delimitata, è stata una opportuna iniziativa. Complimenti, non c’è che dire! Ma il modo come è stata realizzata ancor ci offende.

domenica 16 febbraio 2025

Taurisano, Biblioteca e Archivio Storico, due necessità improrogabili

Accogliamo con gioia la notizia che il Comune di Taurisano ha bandito un concorso per l’assunzione di un funzionario dei servizi culturali e bibliotecari a tempo indeterminato. Come è noto, Taurisano ha una bella biblioteca, che negli anni si è arricchita dei fondi Corsano, Politi e Papuli, in gran parte testi di filosofia e di lingue straniere. Ma, a causa della mancanza di uno specifico addetto, questi tre fondi a distanza di anni non sono ancora fruibili, e non è regolarmente accessibile l’Archivio Storico Comunale. Il funzionario in oggetto perciò è il benvenuto. La Biblioteca in questi ultimi anni, dopo il trasferimento dell’incaricato Vittorio Preite ad altro ufficio comunale, è stata per così dire assistita da una dipendente comunale senza alcuna specifica qualifica. La quale si è limitata a svolgere servizio di normale amministrazione, lettura e prestito. Del tutto inaccessibile l’Archivio Storico. Chi ne ha fatto richiesta, non so se orale o scritta – ma doveva essere scritta! – si è servito da sé come ha potuto e voluto, in ragione della sua personale amicizia col sindaco o assessore pro tempore. Preziosi documenti, oggetti e quant’altro, sono stati lasciati all’incuria e alla mercè di “come altrui piacque”. Oggi non sappiamo in quali condizioni si trovi l’Archivio né in quali condizioni si trovasse per fare un raffronto. Bisognerebbe leggere la relazione finale della Cooperativa “L’Amicizia”, che se ne occupò un po’ di anni fa. La situazione di Taurisano non è la sola nel panorama provinciale che vive in condizioni precarie. Sono pochissime le biblioteche comunali e gli archivi storici comunali in tutta la provincia regolarmente a disposizione di studiosi e ricercatori. Bene che vada c’è un dipendente comunale che accompagna il richiedente alla stanza adibita e poi lo lascia solo per le sue ricerche, fidandosi della sua serietà e correttezza. Insomma, per libri e documenti i nostri comuni non hanno attenzione alcuna. Pochissime le eccezioni, Maglie, Galatina, Nardò, Gallipoli, sedi di antica tradizione, e qualcun’altra, come Tuglie. In genere, sempre la stessa risposta: biblioteca ed archivio sono al momento in ristrutturazione. Taurisano, in questi ultimi quarant’anni, ha dimostrato di essere molto sensibile alla cultura, ma a quella del mordi e fuggi, di meno a quella di prospettiva. Il Comune ha speso importanti somme per celebrare Giulio Cesare Vanini e i suoi studiosi, tra cui in primis Antonio Corsano, a cui è intitolata la Biblioteca Comunale. E ha fatto non bene, ma benissimo; c’è da menarne vanto. Lo affermiamo per evitare che qualcuno ci dica che siamo contro il sole se qualche volta i suoi raggi pungono. Ha organizzato con l’Università di Lecce diversi eventi e perfino la ripubblicazione di alcune opere di Corsano, tra le più importanti e non più facilmente reperibili. Ha interamente patrocinato la celebrazione del 400° anniversario della morte del Filosofo appena sei anni fa su iniziativa di un’associazione privata, con discutibile modalità ma con apprezzabile intenzione. Giustificata perciò la gioia nell’apprendere che Taurisano si appresta a sistemare Biblioteca e Archivio. Si spera solo che non vada a finire, come tante volte è accaduto, che si assume qualcuno per un compito e poi lo si impiega per un altro.

giovedì 12 dicembre 2024

La scomparsa di Mario Manco

Sul manifesto che ne annuncia la morte, 12 dicembre 2024, è scritto che Mario Manco di anni 70 “si è spento serenamente come visse”. Una frase che vale per tutti e per nessuno. Una frase “fatta”, che obbliga a dire di Mario Manco qualche verità, per il suo onore e per la sua storia. Egli fu vittima di un’ingiustizia politico-giudiziaria che gli compromise la condizione professionale, economica e forse anche fisica. Questo nulla toglie a quella serenità che egli aveva raggiunto negli ultimi tempi, anzi la rende più sincera. Tornato dall’ospedale, quando di lui non c’era più nulla, m’incontrò due-tre volte, sempre con lo stesso sguardo volto al sorriso e al piacere di vedermi e di salutarmi con un cenno, dando prova di sorprendente compostezza interiore. Altro non era possibile. La malattia gli aveva tolto l’uso della parola. Mario Manco è stato un protagonista a Taurisano, non solo perché ha ricoperto la carica di sindaco dal 1998 al 2000, ma per il suo lungo e tenace impegno pubblico, onorando il suo compito di oppositore di minoranza con puntualità e correttezza. È stato uno dei più informati consiglieri comunali per diverse consigliature, autore di iniziative politico-amministrative, mai domo e sempre pronto a dare battaglia fino all’ultimo, quando ormai, non disponendo più della voce, usava i social. La sua storia pubblica inizia tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso. Ci fu, all’epoca, un gruppo di poco più che trentenni, fra cui Mario Manco, che cercarono di entrare insieme nella Democrazia Cristiana allo scopo di portare un minimo di rinnovamento in quello che da sempre era il partito del potere. Non andò bene, ma non per questo quei giovani smisero di pensare ad un impegno propositivo per cambiare le cose, come spesso si dice anche in politica. L’occasione buona fu loro offerta dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi nel 1994 e la nascita di Forza Italia. Gli stessi diedero vita a Taurisano a questo partito. Di lì a poco, la scadenza delle Amministrative del 1994 mise insieme il nuovo partito e il vecchio Movimento Sociale – Destra Nazionale. A guidare la lista fu Raffaele Stasi del MSI. Non andò bene, ma l’alleanza resse e si ripropose quattro anni dopo, nel 1998, questa volta con candidato sindaco Mario Manco. Fu il suo successo personale e politico. La sua lista e poi la sua giunta si ponevano in discontinuità con le precedenti classi politiche del paese. Ma forse il richiamo del vecchio a volte prevale sulla speranza del nuovo, mettiamola così. Il compito di tenere insieme le varie componenti politiche e i vari rappresentanti incominciò a diventare arduo per una serie di dimissioni e di allontanamenti dopo solo pochi giorni dall’insediamento. Le successive elezioni provinciali, nel 1999, aumentarono l’agonismo di parte e videro scendere in campo ben sei candidati, due erano del Polo, la nuova coalizione che aveva vinto le elezioni. Fu l’inizio della fine dell’esperienza di Mario Manco a sindaco di Taurisano. Invano cercò di costituire una nuova giunta. Dovette lasciare. Quei due anni videro l’Amministrazione impegnata in alcune attività culturali e ambientali. Ci furono due convegni importanti su Giulio Cesare Vanini e su Antonio Corsano; furono ripubblicate alcune opere di Corsano non più facilmente reperibili, ben sei. Si chiuse definitivamente il contenzioso dell’asilo Lopez y Royo. La questione ambientale consisteva nello smaltire i liquami provenienti dalle fosse nere delle varie abitazioni del paese. All’epoca non c’erano ancora né il depuratore né la rete fognante. Le autobotti sversavano nelle campagne, i privati di notte nella rete pubblica, il paese rischiava di ritrovarsi con le vie piene di liquami con tutte le conseguenze del caso. Il Sindaco, di fronte all’emergenza liquami, trovò un accordo con un privato, che gli mise a disposizione una vasta area da dover poi, passata l’emergenza, bonificare. Così del resto si era comportata la precedente amministrazione. Ma la Guardia di Finanza chiuse la discarica perché non in regola e denunciò il Sindaco, poi condannato dalla magistratura. Iniziarono di lì i guai giudiziari di Mario Manco. Gli ultimi anni li ha trascorsi col forte desiderio di raccontare tutta la sua verità e di pubblicarla perché i suoi concittadini sapessero come andarono le cose, a partire dalla caduta della sua giunta appena due anni dall’insediamento, fino all’emergenza ambientale. Non ha fatto in tempo. Ma il paese sa, ricorda e non può che rivolgergli un ringraziamento per l’impegno pubblico profuso e un pensiero di pace.

lunedì 6 luglio 2020

Presenza di Luglio

Taurisano, 6 luglio - Ho spedito in data odierna il numero di luglio di "Presenza". In questo fascicolo i cittadini di Taurisano potranno leggere documenti della crisi amministrativa e relativi commenti. Tra i documenti, stralci della lettera di dimissioni dei consiglieri Tim (Taurisano in movimento) dissidenti D'Agostino, Santoro e Seclì, l'intervento del consigliere M5S Vittorio Ciurlia e la presa di posizione del Pd. Il commento riguarda la crisi della Giunta Stasi e la quasi rissa della seduta del Consiglio Comunale del 25 giugno.
Dedicato alla crisi politica italiana, Conte e il governo che non c'è, il fondo di questo mese, con la consueta vignetta di Belfiore. 
Le pagine culturali del "Brogliaccio Salentino", che ormai hanno invaso altri spazi del giornale prima riservati alle "cose" di Taurisano, propongono un'intervista del Direttore allo studioso di Dante prof. Luigi Scorrano di Tuglie nella prospettiva del DanteDì dell'anno prossimo, 700° anniversario della morte del Sommo Poeta; il ricordo di due amici scomparsi, uno di recente, l'editore Piero Manni di San  Cesario, e l'altro l'anno scorso in memoriam, Valentino De Luca; l'intitolazione di due vie cittadine leccesi al letterato e uomo politico Ennio Bonea e allo storico Lorenzo Palumbo. 
La poesia di questo mese, scelta da Viator, è Sempre nuova è l'alba di Rocco Scotellaro.
Il gallipolino Federico Natali parla della Festa del 1° Maggio a Gallipoli nell'ultimo decennio dell'800.
Carlo Petrachi di Melendugno recensisce il libro di poesie Ispirazioni d'amore del suo compaesano Salvatore Sindaco. 
L'On. Giacinto Urso impreziosisce questo numero di "Presenza" con la sua poesia Al migrante.
Antonio Romano di Parabita, docente di Storia della Lingua  all'Università di Torino, raggiunge con questa puntata la numero 20 del suo Vocabolario italo-salentino, con le parole:  batterie, scampare, sciana, capozza
Andrzej Nowicki, invece, polacco, cittadino onorario di Taurisano, raggiunge la puntata n. 34 con la sua Italia pensante, dedicata al filosofo Alfredo Parente.
Con una lettera l'amico Emilio Spedicato, docente di matematica all'Università di Bergamo, fa le sue osservazioni al libro di Mario De Marco sugli Ebrei in Puglia (Presenza, maggio-giugno 2020). 
Elio Marra di Nardò propone, con una poesia, una interessante lettura del fenomeno Trump.
Cosimo Scarcella di Melissano ricorda il suo concittadino prof. Quintino Scozzi, grande cultore di storia locale. 
La redazione presenta l'Annuario del Liceo Scientifico leccese "Banzi-Bazoli" e informa, con una nota, della scomparsa dell'On. Gaetano Gorgoni di Cavallino. 
G[igi] M[ontonato] recensisce il libro dello storico di Diso Salvatore Coppola Noi speravamo. La costruzione dello Stato unitario tra forme di ribellismo e crisi delle certezze. Il caso Salento (1861-1870)
Da Ruffano il dott. Mario Stefanò informa dell'uscita del libro di Nadia Licci - Mario De Marco Ruffanesi e Torresi.
Il "Brogliaccio Taurisanese" è riservato ad un ricordo di Gigi Baglivo nel trigesimo della morte, alla parola peticune, al Club Juventus che rischia di chiudere, e propone, in una foto degli anni Ottanta, "Come eravamo" un gruppo di amici, oltre alle consuete rubriche. 
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venerdì 19 giugno 2020

Giunta Stasi: le ragioni di un abbandono




Dopo 19 giorni, da quando i tre consiglieri di maggioranza, l’intero gruppo Tim (Taurisano in Movimento), con una lettera al Sindaco e al Consiglio Comunale, hanno preso le distanze collocandosi all’opposizione, essi hanno voluto spiegare pubblicamente le ragioni del loro gesto. E buona cosa è stata l’averlo fatto!
Nella lettera i tre le avevano già ampiamente esposte e argomentate, che però erano monotematiche, si esaurivano nell’incompatibilità con un Sindaco autoritario e dittatoriale, scostante e arrogante, autoreferenziale fino a proclamare pubblicamente e ripetutamente “qui comando io”. Niente si sapeva dei passaggi che avevano portato allo strappo.
Giovedì sera, 18 giugno, Sonia Santoro, capogruppo consigliare dimissionario dalla maggioranza, insieme coi suoi due compagni di gruppo D’Agostino e Seclì, ha aggiunto un po’ di cose, che come ogni “di più” sono del maligno (del diavolo).
Ha detto che loro si erano resi conto da tempo che il sindaco Raffaele Stasi amministrava in maniera autocratica, che agli assessori e agli altri non concedeva niente, che si rifiutava sistematicamente di comunicare col paese e che lui stesso non disdegnava di protestarsi “non democratico”.
La Santoro forse non si è resa conto della gravità delle accuse. Lei è un avvocato e sa perfettamente che dirsi e comportarsi in maniera non democratica è reato, è un andar contro la Costituzione, che all’art. 1 dice che “L’Italia è una repubblica democratica”. Tanto più grave se a dire e a fare certe cose è un pubblico ufficiale, un sindaco nell’esercizio delle sue funzioni. Se fossero vere le sue accuse – e probabilmente lo sono! – nessuno dei consiglieri della maggioranza avrebbe dovuto far passare un solo giorno dal prendere le decisioni prese quattro anni dopo. Invece hanno continuato a stargli accanto fino a dirsi nella lettera suoi “complici”.
Ma c’è dell’altro in quel “di più” che la Santoro ha detto e che dà alla vicenda il carattere di meschinità intellettuale, politicamente s’intende. Fin dall’anno scorso, dopo le Europee, il gruppo della Lega, forte del successo elettorale anche in Taurisano, aveva chiesto al Sindaco la revisione della Giunta, chiedendo un altro assessore. Da quel momento – ha ribadito la Santoro – il Sindaco ha mutato in peggio il suo atteggiamento nei confronti del gruppo Tim, accusandone i componenti di connivenza col nemico, col Pd. La Santoro ha respinto le accuse del Sindaco, parlando di “fantasmi”, ma ha detto chiaramente che c’è stato un imput alla decisione di prendere le distanze. E quest’imput è stata la richiesta del rimpasto della Giunta. Dunque, i tre del gruppo non si sono ravveduti sui comportamenti del Sindaco, non hanno detto basta, non ne possiamo più, ma non ci stavano a lasciare un posto in Giunta ad uno della Lega. Se non ci fosse stata questa richiesta tutto sarebbe continuato nel silenzio: dittatura, antidemocrazia, turpiloqui, esattamente come si è verificato per quattro anni.
E qui il gruppo Tim dimostra di avere l’ennesimo torto. Quando si costituì la Giunta nessuno ha mai detto su quali basi e con quali criteri era stata costituita. Nell’unica intervista che il sindaco Stasi ha concesso a “Presenza” (Novembre 2016) egli disse che non c’era stato un criterio, che così aveva pensato di fare e così aveva fatto. Se ne ricorderà la Santoro, che era presente all’intervista. Ma, quando in una maggioranza le matricole sono tante, uno vale uno ed è buona regola che in giunta si stia un po’ per uno, ché non rincresce a nessuno. Così si dice popolarmente a Taurisano. Invece ai tre di Tim dispiaceva assai lasciare un posto in Giunta ad un consigliere della Lega. Ma non avevano forse diritto anche gli altri a fare un po’ di esperienza in Giunta?  Tanto più importante in quanto esponenti di un partito politico e non di un gruppo civico?  
Se dunque consideriamo che alla base dell’allontanamento dei tre dalla maggioranza c’è una questione di poltrone e che il recupero alla maggioranza del consigliere Emilio Orlando si fonda sulla poltrona di assessore, possiamo concludere che la vicenda è davvero poco edificante, anzi è proprio squallida, tanto più che da dei giovani professionisti in genere si aspetterebbe altro.


Giunta Stasi: le ragioni di un abbandono

Dopo 19 giorni, da quando i tre consiglieri di maggioranza, l’intero gruppo Tim (Taurisano in Movimento), con una lettera al Sindaco e al Consiglio Comunale, hanno preso le distanze collocandosi all’opposizione, essi hanno voluto spiegare pubblicamente le ragioni del loro gesto. E buona cosa è stata l’averlo fatto!
Nella lettera i tre le avevano già ampiamente esposte e argomentate, che però erano monotematiche, si esaurivano nell’incompatibilità con un Sindaco autoritario e dittatoriale, scostante e arrogante, autoreferenziale fino a proclamare pubblicamente e ripetutamente “qui comando io”. Niente si sapeva dei passaggi che avevano portato allo strappo.
Giovedì sera, 18 giugno, Sonia Santoro, capogruppo consigliare dimissionario dalla maggioranza, insieme coi suoi due compagni di gruppo D’Agostino e Seclì, ha aggiunto un po’ di cose, che come ogni “di più” sono del maligno (del diavolo).
Ha detto che loro si erano resi conto da tempo che il sindaco Raffaele Stasi amministrava in maniera autocratica, che agli assessori e agli altri non concedeva niente, che si rifiutava sistematicamente di comunicare col paese e che lui stesso non disdegnava di protestarsi “non democratico”.
La Santoro forse non si è resa conto della gravità delle accuse. Lei è un avvocato e sa perfettamente che dirsi e comportarsi in maniera non democratica è reato, è un andar contro la Costituzione, che all’art. 1 dice che “L’Italia è una repubblica democratica”. Tanto più grave se a dire e a fare certe cose è un pubblico ufficiale, un sindaco nell’esercizio delle sue funzioni. Se fossero vere le sue accuse – e probabilmente lo sono! – nessuno dei consiglieri della maggioranza avrebbe dovuto far passare un solo giorno dal prendere le decisioni prese quattro anni dopo. Invece hanno continuato a stargli accanto fino a dirsi nella lettera suoi “complici”.
Ma c’è dell’altro in quel “di più” che la Santoro ha detto e che dà alla vicenda il carattere di meschinità intellettuale, politicamente s’intende. Fin dall’anno scorso, dopo le Europee, il gruppo della Lega, forte del successo elettorale anche in Taurisano, aveva chiesto al Sindaco la revisione della Giunta, chiedendo un altro assessore. Da quel momento – ha ribadito la Santoro – il Sindaco ha mutato in peggio il suo atteggiamento nei confronti del gruppo Tim, accusandone i componenti di connivenza col nemico, col Pd. La Santoro ha respinto le accuse del Sindaco, parlando di “fantasmi”, ma ha detto chiaramente che c’è stato un imput alla decisione di prendere le distanze. E quest’imput è stata la richiesta del rimpasto della Giunta. Dunque, i tre del gruppo non si sono ravveduti sui comportamenti del Sindaco, non hanno detto basta, non ne possiamo più, ma non ci stavano a lasciare un posto in Giunta ad uno della Lega. Se non ci fosse stata questa richiesta tutto sarebbe continuato nel silenzio: dittatura, antidemocrazia, turpiloqui, esattamente come si è verificato per quattro anni.
E qui il gruppo Tim dimostra di avere l’ennesimo torto. Quando si costituì la Giunta nessuno ha mai detto su quali basi e con quali criteri era stata costituita. Nell’unica intervista che il sindaco Stasi ha concesso a “Presenza” (Novembre 2016) egli disse che non c’era stato un criterio, che così aveva pensato di fare e così aveva fatto. Se ne ricorderà la Santoro, che era presente all’intervista. Ma, quando in una maggioranza le matricole sono tante, uno vale uno ed è buona regola che in giunta si stia un po’ per uno, ché non rincresce a nessuno. Così si dice popolarmente a Taurisano. Invece ai tre di Tim dispiaceva assai lasciare un posto in Giunta ad un consigliere della Lega. Ma non avevano forse diritto anche gli altri a fare un po’ di esperienza in Giunta?  Tanto più importante in quanto esponenti di un partito politico e non di un gruppo civico?  
Se dunque consideriamo che alla base dell’allontanamento dei tre dalla maggioranza c’è una questione di poltrone e che il recupero alla maggioranza del consigliere Emilio Orlando si fonda sulla poltrona di assessore, possiamo concludere che la vicenda è davvero poco edificante, anzi è proprio squallida, tanto più che da dei giovani professionisti in genere ci si aspetterebbe altro.

martedì 16 giugno 2020

Gigi Baglivo nel trigesimo della scomparsa




Vogliamo ricordare Gigi Baglivo, morto domenica 17 maggio,  nel trigesimo della scomparsa. Aveva 78 anni, ma non sembrava avesse un’età, tanto la sua figura sociale era proiettata su una stagione di interminabile giovinezza, trascorsa con tanti altri amici più o meno coetanei. Capita che il tempo venga quasi rimosso dalle nostre vite. Invece il tempo passa inesorabile e si porta via tutto e te ne accorgi proprio quando ti sbatte in faccia la realtà di una perdita affettiva. Non incontrarlo più in piazza o all’Associazione non sembra vero. Non ci si vedeva ormai da tre mesi, chiusi nella quarantena per l’epidemia. Anche questo ha fatto sembrare ancora più drastica la sua scomparsa. E’ stato un personaggio, è stato la piazza in tutti i suoi aspetti, lavoro, frequentazione, associazionismo, svago, amicizia, calcio, tifo, politica, pubblica amministrazione. Aveva una visione gioiosa e serena della vita. Non c’è stato evento che non lo abbia visto tra i protagonisti, un simbolo in un’epoca per certi aspetti esaltante, che ha coperto gli anni dall’adolescenza alla maturità. Altri di quella stagione, qualche anno in più, qualche anno in meno, lo hanno preceduto. Era un geometra ed aveva lo studio in due centralissimi locali di Corso Umberto I all’altezza di Piazza Castello. Aveva un’impresa edile, che ha condotto fino a non molti anni fa. In gioventù era stato un calciatore rapido ed estroso, anche per il suo fisico minuto e scattante; giocava all’ala destra. I campionati migliori li aveva giocati nel Poggiardo nella seconda metà degli anni Sessanta;  poi nel Taurisano, dove ha fatto anche l’allenatore. Tifosissimo dell’Inter. Consigliere comunale del Partito repubblicano prima e poi della Democrazia cristiana, ha ricoperto anche la carica di assessore.Lo ricordiamo con simpatia e con tanta tanta malinconia.