martedì 2 giugno 2020

Benvenuta dignità anche se tardiva



Amministrazione comunale: benvenuta dignità anche se tardiva

Che qualcosa nella Giunta Stasi non stesse al posto giusto lo si capì nella seduta del Consiglio Comunale del 19 maggio quando la capogruppo consigliare di Tim (Taurisano in Movimento) Sonia Santoro aderì alla proposta del Dem Francesco Damiano di rinviare la seduta in quanto non legittima non essendo stata annunciata con pubblico manifesto alcuni giorni prima come vuole lo Statuto. Alla seduta del Consiglio Comunale del 22 maggio, arrivò la sorpresa. Tre esponenti della maggioranza non parteciparono, di fatto prendendo le distanze. Gianluca D’Agostino, Sonia Santoro e Katia Seclì, rispettivamente vice-sindaco, capogruppo consigliare, assessore alla cultura; i tre costituiscono il Tim, una delle tre componenti della maggioranza. Le altre due sono Forza Italia e Lega. Lo strappo deve essersi consumato fra il 19 e il 22 di maggio, fra la seduta invalidata e la seduta successiva. Per garantirsi il numero legale per la validità della seduta il Sindaco Raffaele Stasi, infatti, aveva “recuperato” il consigliere dissidente Emilio Orlando, che da tempo aveva preso le distanze dalla maggioranza per mai meglio precisate ragioni. Se non ci fosse stata questa contromossa, in assenza dei tre della maggioranza, gli altri cinque dell’opposizione avrebbero abbandonato l’aula, invalidando la seduta. In aula, infatti, sarebbero rimasti in otto, sindaco compreso, insufficienti per procedere. Ma c’era l’Orlando “ritrovato”!
Le ragioni dello strappo le abbiamo conosciute il 30 maggio. I tre consiglieri di Tim hanno spiegato in una lettera inviata al Sindaco e fatta conoscere alla stampa perché finalmente si erano decisi a compiere un gesto, che, a loro dire, risaliva non a un episodio singolo ma a tutto un approccio amministrativo e politico, che comprendeva anche il rapporto umano, il modo di porsi del sindaco Stasi sia nei confronti delle istituzioni sia nei confronti del paese. La lettera, di cui abbiamo pubblicato ampi stralci, parla molto chiaro.  
Detto questo, chiediamoci perché questi tre signori, hanno deciso di compiere il passo fatale, che comprendiamo nel merito, ma non nella tempistica. Ipotizziamo soltanto, perché nulla è dato sapere. Quello che dicono è incontrovertibile. Del resto da sempre è quanto ha denunciato “Presenza” in questi quattro anni ed è quanto circolato negli ambienti cittadini.
Se è questa la ragione, ossia l’autoritarismo del sindaco e l’isolamento dell’amministrazione dal paese, con cui la Giunta Stasi non ha voluto avere rapporti men di collaborazione neppure di confronto e di informazione, i tre “ribelli” hanno compiuto un gesto che avrebbero dovuto compiere da tempo, direi dall’inizio. Compiuto all’inizio, avrebbe avuto un senso, quello di tentare di dare all’amministrazione un modo di operare più trasparente, più urbano, più limpido e più democratico,  rispettoso dei collaboratori vicini e dei cittadini, in una parola più compiuto. Fatto dopo quattro anni e ad un anno dal voto del 2021, assume un altro significato, che, per quanto non detto o malamente giustificato, è in realtà quello di proporsi di qui ad un anno con una patente nuova di verginità politica, anzi col merito di aver combattuto un’amministrazione che si era andata rivelando la peggiore della ultrasettantennale storia del paese in era repubblicana.
Il sindaco Stasi non ha mai nascosto il suo modo di pensare e di fare. Non è che agli inizi si fosse comportato diversamente da come si sarebbe comportato dopo; in lui non c’è un prima e non c’è un dopo. Così è fatto. Si può anche comprendere un certo periodo di tempo per vedere di fargli cambiare idee e modalità, anche perché non è che si possa andare a votazioni ad ogni intoppo amministrativo o politico; si spera sempre di poter superare gli ostacoli. Obiezione accolta. Ma quanto tempo? Un anno? Due? Quattro sono decisamente troppi. Specialmente quando non si tratta di un episodio o di un’incomprensione, ma di un modo di pensare e di fare strutturale, che coinvolge l’esercizio umano e sociale stesso della politica.
Ci piace tuttavia cogliere un altro aspetto nel gesto dei tre consiglieri, e cioè uno scatto di dignità. Tardivo, tardivo, ma finalmente giunto! Un “ora basta”, che certo non riscatta tutto un percorso di sopportazione, ma potrebbe aprire qualche prospettiva di assunzione pubblica di responsabilità. Insomma, di quanto è accaduto in questi quattro anni essi devono dar conto ai cittadini, perché i cittadini hanno dovuto sopportare oltre al Sindaco autoritario anche i suoi collaboratori, proni quando non complici.  

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